La Germania chiude il biennio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Cina e Russia esprimono sollievo
La Germania conclude il biennio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unitetra le polemiche di Cina e Russia, che apertamente dichiarano il proprio sollievo per la fine della presenza di Berlino all’organo decisionale più importante del sistema Onu. Figura chiave del malessere di Pechino e Mosca l’Ambasciatore tedesco Christoph Heusgen, verso il quale si sono rivolte le critiche dei due Paesi con diritto di veto.
La “Good riddance” cinese
Durante il recente dibattito con tema l’impegno dell’Iran verso il JCPoA, il Vice Rappresentante Permanente della Cina alle Nazioni Unite Geng Shuang ha esplicitamente dichiarato “good riddance”, formula inglese utilizzata per sottolineare positivamente l’essersi liberati di una persona non gradita. Preso di mira proprio l’Ambasciatore Heusgen che, tra l’altro, si ritirerà dalla carriera diplomatica dopo 40 anni di servizio.
Geng, inviato di Pechino, ha accusato il collega tedesco di abusare del Consiglio di Sicurezza per lanciare “attacchi calunniosi verso gli altri membri, con l’obiettivo di avvelenare il clima lavorativo”. Continuando, il Vice Ambasciatore cinese ha affermato di “sperare che con la sua assenza — ancora riferendosi a Heusgen — il Consiglio nel 2021 possa essere in una migliore posizione nell’adempiere alle proprie responsabilità per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”. Ancora: “Vorrei dire qualcosa dal profondo del mio cuore: che sollievo, Ambasciatore Heusgen!”.
Anche la Russia, nel corso di un altro incontro al Security Council svoltosi nei giorni scorsi e con focus Siria e gli aiuti umanitari alla popolazione, ha affermato attraverso il Vice Ambasciatore Dmitri Polyansky che al suo Paese non mancherà Christoph Heusgen, prendendosela con la Germania per via — a suo dire — “di un comportamento ipocrita”.
Dove nascono le tensioni
Cina e Russia, che spesso rispondono in tandem al Consiglio di Sicurezza, sono state tirate per la giacchetta dall’Ambasciatore Heusgen, che sul tema dei diritti umani ha rimarcato più volte la necessità di seguire una linea dura e responsabile. Infatti, la stizza di Pechino è arrivata dopo che il diplomatico tedesco — nel corso del dibattito sul nucleare iraniano — ha bacchettato la Cina sulla liberazione dell’ex funzionario del Ministero degli Esteri canadese Michael Kovrig e l’uomo d’affari Michael Spavor, detenuti in una prigione della capitale cinese dal 2018 in risposta all’arresto in Canada — su richiesta statunitense — di Meng Wanzhou, Chief Financial Officer di Huawei.
La funzionaria dell’azienda con quartier generale a Shenzhen è accusata dal Dipartimento di Stato di frode, bancarotta e dell’aver rubato segreti industriali. La questione è complessa e trova la luce nell’attenzione di Donald Trump riposta alla questione Huawei, dietro la quale — secondo le posizioni statunitensi — c’è il Partito comunista cinese, motivo principale del blocco della infrastruttura 5G del colosso cinese.
“Permettetemi di terminare il mio mandato al Consiglio di Sicurezza appellandomi ai miei colleghi cinesi per chiedere a Pechino la liberazione di Michael Kovrig e Michael Spavor. Natale è il giusto momento per un gesto di tale portata”, ha dichiarato l’Ambasciatore tedesco. Il richiamo non è piaciuto ai cinesi, che hanno così risposto picche all’appello del diplomatico tedesco, per giunta accusato di sfruttare l’organo Onu erroneamente visto che il tema dell’incontro non era affine con la richiesta.
La Germania chiude il biennio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Cina e Russia esprimono sollievo
La Germania conclude il biennio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unitetra le polemiche di Cina e Russia, che apertamente dichiarano il proprio sollievo per la fine della presenza di Berlino all’organo decisionale più importante del sistema Onu. Figura chiave del malessere di Pechino e Mosca l’Ambasciatore tedesco Christoph Heusgen, verso il quale si sono rivolte le critiche dei due Paesi con diritto di veto.
La “Good riddance” cinese
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