L’Onur Yürüyüşü, ovvero la marcia annuale tenuta ad Istanbul in difesa dei diritti omosessuali e transessuali, ha quest’anno compiuto il suo undicesimo anniversario.

Dal 2003 le manifestazioni hanno luogo puntualmente ogni ultima domenica di Giugno o prima domenica di Luglio, nella principale città turca, con livelli di partecipazione sempre soddisfacenti. La sfilata di quest’anno è stata particolarmente seguita dai media, dandole ancora più rilevanza a livello internazionale: non solo perchè ci si aspettava già da tempo un’ambiance diversa, dovuta al recente primo anniversario di Gezi, che di rimbalzo avrebbe avuto un impatto sul primo Gay Pride post Gezi, ma anche per l’elevatissima partecipazione, la più alta dall’inizio di quest’incontro annuale.
Il 30 Giugno 2013 la parata attirò decine di migliaia di manifestanti, a cui si aggiunsero i partecipanti di Occupy Gezi facendo dell’Istanbul Pride Parade la più grande manifestazione mai tenutasi in Turchia. Quest’anno il successo è stato superiore ad ogni aspettativa: si é infatti passati dai 30 partecipanti del 2003, ai 5.000 del 2010 ai 100.000 del 30 Giugno 2014, facendo del Gay Pride di Istanbul oggi una delle più grandi marce civili d’Europa.
I partecipanti si sono prima riuniti a Piazza Taksim per poi marciare insieme lungo la famosa İstiklal Avenue, una delle arterie principali di Istanbul, nota soprattutto come viale simbolo delle festività islamiche, come il Bayram e la prima sera del Ramadan, avuto inizio, quest’anno, proprio la stessa domenica della marcia. Tutti i partecipanti hanno sfilato per due ore sventolando bandiere arcobaleno e, come ci si aspettava, sotto la stretta sorveglianza della polizia.
Bisogna precisare che l’Istanbul Pride Parade non è una manifestazione concessa dal governo e viene organizzata senza il permesso della municipalità. Gli unici politici che vi partecipano sono quelli dei partiti d’opposizione, come Sirri Sureyya Onder, importante protagonista delle proteste di Gezi e principale oppositore dell’attuale premier. Anche membri del Parlamento Europeo hanno partecipato alle manifestazioni, anche per assicurarsi che le autorità turche facessero in modo di garantire i diritti fondamentali e le libertà civili ai gruppi LGBT.
Quella di Istanbul è la più importante manifestazione di orgoglio LGBT organizzata in un paese musulmano.

Diversamente da molti altri Paesi musulmani, l’omosessualità non è un reato in Turchia, ma l’omofobia è comunque diffusa e spesso causa di violenze. Nel 2010, un membro dell’AKP aveva addirittura definito l’omosessualità “una malattia che deve essere sradicata”; l’AKP in generale si è spesso opposto a qualsiasi norma a favore dei diritti omosessuali e che punisca i crimini omofobi. Negli ultimi anni sono stati molti i casi di omosessuali e transessuali assassinati da genitori o familiari a causa del loro orientamento sessuale.
“In questo Paese qualsiasi tipo di “differenza” è difficile da ammettere o da far accettare. Dalle minoranze etniche a quelle sessuali, diventa sempre più difficile esprimere la propria individualità in Turchia senza temere di essere giudicati” – questo il parere di Beril, studentessa della Marmara Universitesi, aiutante degli organizzatori.
Gli slogan urlati e dipinti sugli striscioni “Non vogliamo uno stato omofobo”, “L’amore non ha genere”, “Un altro tipo di famiglia esiste”, rendono chiaro il bisogno di un cambiamento sociale e la necessità di mantenere vive manifestazioni come l’Onur Yürüyüşü, che rendano più semplice la libertà d’espressione ed autodeterminazione, anche se solo per un giorno.