Abbandonando l’ennesimo pilastro giuridico della sicurezza internazionale, l’amministrazione Usa continua la demolizione inesorabile degli strumenti di dialogo e cooperazione globale
Abbandonando l’ennesimo pilastro giuridico della sicurezza internazionale, l’amministrazione Usa continua la demolizione inesorabile degli strumenti di dialogo e cooperazione globale
Il Presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Open Skies (Cieli Aperti). Sottoscritto subito dopo la fine della Guerra fredda da numerosi Paesi sia della Nato sia dell’ex Patto di Varsavia, il Trattato permette a ciascuno dei 34 Paesi di effettuare voli di ricognizione sul territorio di altri Stati membri, allo scopo di monitorare le attività militari.
Il trattato prevede quanti e quale tipo di aerei possono partecipare a queste operazioni e dove sono autorizzati a condurle; ciascuno Stato deve accettare, ogni anno, un certo numero di sorvoli del proprio territorio e ha diritto di effettuarne altrettanti. L’idea è che un certo livello di trasparenza possa evitare incidenti dovuti a sospetti o errori di interpretazione.
Come nel caso del Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, che gli Usa hanno abbandonato nel 2019, il Segretario di Stato Mike Pompeo ha dato la colpa delle proprie scelte alla Russia, che ha definito “violatore seriale di molti degli impegni assunti”. Gli americani lamentano il mancato rispetto del trattato da parte della Russia, alla quale imputano il divieto di ricognizione dell’enclave di Kaliningrad.
La cosa ha avuto ripercussioni anche in sede Nato, dove i membri europei hanno manifestato il loro disappunto tramite un comunicato in proprio, fatto abbastanza inusuale, nel quale hanno affermato che continueranno ad attenersi all’accordo del 1992: “Continueremo a dare attuazione al Trattato, che fornisce un chiaro valore aggiunto alla nostra architettura di controllo degli armamenti convenzionali e alla nostra sicurezza cooperativa. Ribadiamo che questo Trattato rimane in funzione ed è utile”.
Pompeo, intanto, preannuncia altre decisioni dell’amministrazione nella stessa direzione. A rischio, fatto gravissimo, è infatti anche il Trattato New Start, l’accordo con il quale Russia e Usa si sono impegnati a non superare il numero massimo di 1.550 testate nucleari, che scade a gennaio. Trump ha detto che potrebbe rinnovarlo solo se anche la Cina fosse coinvolta, possibilità che ad oggi è stata seccamente rifiutata da Pechino.
La deresponsabilizzazione progressiva ma inesorabile che l’amministrazione Trump sta portando avanti con costanza scientifica costringe sempre più noi Europei a prenderci le nostre responsabilità suppletive della superpotenza riluttante, senza più scuse o ritardi tollerabili. Il rischio di incidenti cresce e noi non possiamo farci trovare impreparati. Dovremmo anzi ricostruire la tela dei rapporti multilaterali per compensare l’azione disfattista di Washington. E possiamo farlo solo se politica estera e di difesa diventino rapidamente competenza comunitaria a pieno titolo. Presidente Macron, batta un colpo!
Il Presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Open Skies (Cieli Aperti). Sottoscritto subito dopo la fine della Guerra fredda da numerosi Paesi sia della Nato sia dell’ex Patto di Varsavia, il Trattato permette a ciascuno dei 34 Paesi di effettuare voli di ricognizione sul territorio di altri Stati membri, allo scopo di monitorare le attività militari.
Il trattato prevede quanti e quale tipo di aerei possono partecipare a queste operazioni e dove sono autorizzati a condurle; ciascuno Stato deve accettare, ogni anno, un certo numero di sorvoli del proprio territorio e ha diritto di effettuarne altrettanti. L’idea è che un certo livello di trasparenza possa evitare incidenti dovuti a sospetti o errori di interpretazione.
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