Iran: Rohani alle Nazioni Unite si scaglia contro la strategia occidentale in Medio Oriente
Il discorso di Hassan Rohani alle Nazioni Unite conferma la svolta interventista nella strategia della Repubblica islamica in Medio oriente. Ci aveva già pensato la guida suprema Ali Khamenei a richiamare gli iraniani alle loro responsabilità nel mantenimento della stabilità regionale, chiudendo oltre trent’anni di isolamento.
- Venerdì, 26 Settembre 2014
REUTERS/Jewel Samad/Pool
Non solo, Khamenei aveva direttamente accusato il segretario di Stato, John Kerry, di non voler includere l’Iran nella coalizione contro lo Stato islamico (Isis) per non irritare i sauditi. Di fatto le milizie sciite e le brigate iraniane al Quds sono direttamente implicate nei combattimenti sul campo contro i jihadisti in Iraq.
E così, nel discorso di giovedì all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Rohani ha sì tuonato contro i jihadisti dell’Isis in Iraq e in Siria ma ha anche chiarito le responsabilità occidentali. Rohani ha parlato di «strategia sbagliata» dell’Occidente in riferimento «alle aggressioni in Iraq e in Afghanistan». Il presidente iraniano ha anche accusato «alcune agenzie di intelligence» di aver creato l’Isis. Anche il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, aveva criticato l’esclusione iraniana dai colloqui di Parigi, che avevano delineato il gruppo di paesi anti-Isis, definendoli la «coalizione dei pentiti». Rohani ha poi ribadito l'intenzione di Teheran di proseguire nel suo programma nucleare: «Noi siamo in buona fede. Nessuno deve avere dubbi. Un compromesso e un accordo su questa questione è nell'interesse di tutti», ha aggiunto Rohani.
In Iran aumentano i prezzi di pane e farina
Il governo tecnocrate aveva annunciato nei giorni scorsi l’aumento dei prezzi di pane e farina. Tuttavia, Ali Ghanbari, dirigente del Ministero del Commercio e il vice presidente Mohammad Shariatmadari hanno spiegato alla stampa conservatrice di lavorare per evitare eccessive ricadute sui consumatori. Già un parziale taglio dei sussidi e l’aumento dei prezzi di gas e benzina avevano causato lo scorso inverno un diffuso malcontento nella classe media urbana. Tra il 2003 e il 2012, il costo medio del pane è salito del 706%, costringendo il governo alla continua estensione di sussidi. Secondo la stampa iraniana, nel governatorato di Asadabad le panetterie hanno già iniziato a ridurre le ore lavorative a causa dell’aumento dei prezzi. Inoltre, centinaia di minatori della West Alborz Coal nel villaggio di Sangrood hanno iniziato uno sciopero per protestare contro il ritardo nel pagamento dei salari.
Torna Yahoo ma continua la repressione del dissenso
Ma ci sono anche buone notizie per la società civile iraniana. Yahoo torna in Iran. Si chiude così una disputa che durava da un anno per l’assenza dell’Iran dalla lista dei paesi in cui è possibile creare account email. L’esclusione dell’Iran era stata particolarmente controversa data l’immensa popolarità di Yahoo tra gli iraniani. Tant’è che molti cittadini temevano di dover ricorrere a servizi email governativi che avrebbero implicato un più stretto controllo della posta elettronica, per ovviare all’assenza di servizio di Yahoo.
Non si fermano invece le decisioni della magistratura iraniana contro qualsiasi manifestazione anti-conformista. Sei giovani sono stati condannati a sei mesi di reclusione e 91 frustate per «partecipazione nella realizzazione di un video volgare» e «relazioni illegittime». La vicenda risale al maggio scorso quando un gruppo di tre ragazzi e tre ragazze ha ripreso una divertante danza all’interno di un appartamento, sui balconi e sui tetti della capitale iraniana, al ritmo del successo commerciale di Pharrell Williams «Happy». A far gridare allo scandalo non è stato il video in sé ma la sua diffusione. Le riprese dei giovani iraniani sono finite su YouTube, e hanno fatto il giro del mondo. A quel punto sono entrati in campo Intelligence e polizia che hanno individuato e arrestato i sei ragazzi.
Non solo, resta in carcere Ghoncheh Ghavami, la giovane arrestata dopo aver tentato di assistere ad una partita di pallavolo maschile Iran-Italia a Teheran. In risposta alle accuse di violazione dei diritti umani in Iran, avanzate dal Segretario delle Nazioni unite, il conservatore Ali Akbar Velayati ha definito Ban ki-Moon una marionetta nelle mani degli Stati uniti. Il ministro della Cultura, Ali Jannati ha sottolineato invece il ruolo dell’Islam nella definizione dei diritti umani in Iran.