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Burattini e burattinai


Chi era stato definito Kapo ha fatto fortuna in politica. E se gli dai del burattino?

Il leader del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (ALDE), Guy Verhofstadt, si rivolge al Parlamento Europeo nel corso di un dibattito sulle priorità della Brexit e sui colloqui in corso sul ritiro del Regno Unito dall'Ue, a Strasburgo, 5 aprile 2017. REUTERS/Vincent Kessler

Chi era stato definito Kapo ha fatto fortuna in politica. E se gli dai del burattino?

Saranno soltanto coincidenze ma è un fatto che in Europa, più in particolare all’Europarlamento di Strasburgo, chi polemizza con i premier italiani (i motivi certo non mancano) si trova favorito nella sua carriera politica. È successo al leader dei socialisti, Martin Schulz che il 2 luglio del 2003 nel corso di un dibattito pubblico fu liquidato come “kapò” dal presidente del Consiglio dell’epoca Silvio Berlusconi suscitando l’esecrazione quasi unanime dell’assemblea. Schulz, anche per merito di questa “medaglia” conquistata sul campo, divenne poi facilmente presidente dell’Europarlamento in quota socialdemocratica per poi fare ritorno nella politica attiva della Germania dove si trovò però a fare i conti con Angela Merkel.

Un destino per molti versi parallelo si potrebbe preparare per Guy Verhofstadt leader dei liberali di Alde che il 13 febbraio scorso a Strasburgo ha definito il premier italiano Giuseppe Conte “un burattino mosso da Salvini e Di Maio”.

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