A quanto pare ai leader americani spesso la presidenza non va a genio.
George Washinton “Tali sono le aspettative, e talmente incalcolabili le circostanze incresciose che possono avere luogo, che diffido profondamente delle mie personali capacità”.
John Adams. “Se dovessi rivivere la mia vita un’altra volta, piuttosto che lo statista americano farei il calzolaio”.
Thomas Jefferson definì la presidenza “una splendida miseria”. Disse, “Per me personalmente è solo fonte di infinito affanno e una costante perdita di amicizie”.
John Quincy Adams definì il suo mandato “i quattro anni più miserabili della mia vita”.
Andrew Jackson: “Posso con ogni onestà dire che la mia condizione è una dignitosa forma di schiavitù”.
James Buchanan a Abramo Lincoln: “Se provi la stessa felicità ad entrare nella Casa Bianca che provo io nel fare ritorno [a casa], allora sei un uomo veramente felice”.
Abramo Lincoln: “Avete sentito parlare dell’uomo cosparso di pece e piume scortato fuori città su una sbarra? Uno nella folla gli chiese se gli fosse piaciuto, e lui rispose che se non fosse stato per l’onore della cosa, avrebbe preferito andare a piedi”.
Ulysses Grant: “Sono stato maltrattato e vilipeso come mai prima nella storia della politica”.
Rutherford B. Hayes alla fine del suo mandato: “Smettere le catene e ritrovare la libertà è una sensazione che mi rende molto contento… Il fardello, nonostante il mio innato buonumore, non mi è stato lieve. Ora sono grato di ritrovarmi un uomo libero”.
James Garfield: “Mio Dio! Cosa c’è in questo posto che possa convincere un uomo a volervi entrare?” Grover Cleveland: “Penso che comprerò o affitterò una casa qui vicino, dove posso andare e lasciarmi alle spalle questo insopportabile tran tran”.
Theodore Roosevelt, al subentrante Taft: “Ha ha! Tu stai predisponendo il tuo Gabinetto. Io, con gran leggerezza d’animo, ho passato la mattinata a provare i fucili per il mio prossimo viaggio in Africa. La vita talvolta ci risarcisce”.
William Howard Taft: “Che io sia dannato se non mi sto stufando di questo incarico. Pare che il ruolo di un Presidente consista solo nell’ascoltare gli altri parlare”.
Taft a Wilson: “Sono felice di lasciare – questo è il posto più solitario del mondo.”
Woodrow Wilson: “Non ho mai immaginato che si potesse provare una tale solitudine e desolazione”.
Warren G. Harding: “Questa Casa Bianca è una prigione. Non posso sfuggire alle persone che mi si affastellano intorno. Sono in galera”. Herbert Hoover: “Qualche cilicio fa parte del guardaroba di ogni uomo. A differenza degli altri uomini il Presidente ha solo un guardaroba molto più esteso”.
Harry Truman: “Fare il Presidente è come cavalcare una tigre. Si continua a cavalcare per non finire inghiottiti”.
Bill Clinton: “Fare il Presidente è come dirigere un cimitero: ci sono molte persone sotto di te, ma nessuno che ti ascolta”.
A quanto pare ai leader americani spesso la presidenza non va a genio.