Slovyansk è diventata il fulcro della crisi ucraina, occupando le prime pagine dei giornali internazionali e i titoli delle tivù di tutto il mondo. Solo pochi di noi avevano sentito il suo nome prima e probabilmente nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul suo ruolo di primo piano nel movimento separatista dell’est, guardando magari più a città come Donetsk e Lughansk. Buono a sapersi però, la più grande riserva di armi di tutta l’Europa orientale è nascosta nel sottosuolo della città.

Con poco più di centomila abitanti, la città era più conosciuta per i suoi laghi salati dalle acque curative e per la sua antica fortezza. Ma non è sicuramente la città più importante nella parte orientale dell’Ucraina, soprattutto se confrontata con le più grandi, ricche e industrializzate città (e regioni) di Kharkiv, Dnipropetrovsk e Donetsk, dove i manifestanti filo-russi hanno occupato edifici governativi già un paio di settimane fa. Proprio a metà strada tra Donetsk e Kharkiv, Slovyansk è un abitato anonimo e sonnolento come molti altri a est, eppure oggi rappresenta la testa di ponte delle forze separatiste nelle province russofone del Paese. Alcune decine di uomini in passamontagna, armati di fucili automatici hanno occupato la stazione di polizia locale, il municipio e issato la bandiera russa sugli edifici pubblici. Poi è spuntato un sindaco “popolare” autonominato, Vyacheslav Ponomaryov, e il consiglio comunale di Slovyansk (con i suoi uomini armati e mascherati a guardia dell’ingresso e le postazioni di cecchini protette da sacchi di sabbia sul tetto) si è trasformato nel quartier generale delle forze separatiste dell’Ucraina orientale.
Un milione di fucili, o forse tre
A seguito dell’avvio della seconda fase dell’operazione antiterrorismo nelle regioni dell’est, gli scontri tra le “forze di autodifesa” e gli uomini delle forze speciali Alfa mandati da Kyiv hanno causato almeno 5 vittime tra i filorussi. Ma le operazioni antiterrorismo sono state condotte anche in una località vicino Slovyansk, nell’ancor più piccola e anonima Artemovsk, dove l’agenzia di stampa ucraina Interfax ha riferito che ignoti hanno aperto il fuoco per le vie della città. Artemovsk, però, non è un posto sconosciuto per chi ha un particolare interesse per le armi, proprio come nel caso dei miliziani. Qualcosa come 1,5 milioni tra pistole, fucili e altre armi leggere – che vanno da pezzi storici della Prima guerra mondiale ai più moderni Akm – e circa 33mila tonnellate di munizioni sarebbero sepolti 150 metri sottoterra. Furono i sovietici a realizzare nel ventre della miniera di sale di Volodarsky quella che potrebbe essere definita come la più grande riserva di armi in Ucraina e, forse, in tutta l’Europa orientale.
Il posto più pericoloso in Ucraina
“Se una tale quantità di armi dovesse finire nelle mani dei separatisti sarebbe una catastrofe“, ha detto al Guardian Alexei Melnik, un analista esperto in difesa presso il Centro Razumkov di Kiev. Melnik ha detto di aver visitato il deposito nel 2002, quando poteva contenere circa 3,5 milioni di armi da fuoco. Secondo alcune fonti riportate dal Guardian, dei camion sono stati visti entrare e uscire dalla struttura, ma il sindaco auto-nominato di Slovyansk ha detto che niente è stato rimosso dal deposito nei giorni scorsi. I separatisti, che controllano l’intera zona, presidiano l’ingresso della miniera. Dicono di temere che le armi sepolte sotto i loro piedi possano andare ad armare la guardia nazionale ed essere usate contro di loro nell’operazione antiterrorismo annunciata dal presidente ad interim, Oleksandr Turchynov.
Il ministero dell’Interno ucraino ha recentemente definito Slovyansk come “il posto più pericoloso in Ucraina”. Ci sono altri posti nell’est del Paese dove uomini armati in passamontagna hanno occupato edifici amministrativi locali, proclamato l’indipendenza di una qualche “respublika”, e chiesto un referendum in stile Crimea. Ma né Donetsk né Lughansk reggono il confronto con il livello di militarizzazione visto nelle strade di Slovyansk. Il picco di violenza raggiunto negli scontri tra forze di sicurezza e separatisti paramilitari è qualcosa che non abbiamo ancora visto in Ucraina, nemmeno in Crimea. E la ragione è probabilmente legata all’arsenale nascosto di Artemovsk.