
È cominciato il sesto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese a Pechino. Appuntamento rilevante durante il quale i 376 membri del comitato centrale analizzeranno lo status quo e proveranno a lanciare le linee guida per il futuro del Partito e del paese a cominciare dalla successione a Xi Jinping.
Nel febbraio del 2015 Xi Jinping, presidente della Repubblica popolare cinese, aveva lanciato la sua linea teorica dei «Quattro complessivi», ovvero una «complessiva costruzione di una società moderatamente prospera, il complessivo approfondimento delle riforme, il complessivo Stato di diritto, la complessiva realizzazione della disciplina di partito».
Nel Plenum appena iniziato a Pechino, il segretario del Pcc sembra volersi concentrare sull’ultimo dei quattro «complessivi».
Due sono i principali documenti che verranno esaminati dal vertice del partito comunista: uno relazionerà sulla campagna anti corruzione e probabilmente verterà anche sul recente invito di Xi Jinping affinché il partito sia più presente all’interno delle aziende di Stato.
Il secondo documento potrebbe avere una rilevanza storica, perché potrebbe occuparsi delle regole «interne» del Partito che sono state sviluppate negli anni e che hanno avuto nell’opera di Deng uno dei massi artefici.
Non solo potrebbe mutare la natura della «durata» del mandato (ad oggi a 68 anni i dirigenti devono andare in pensione) ma potrebbero cambiare anche altre cose: il regime collegiale del Partito è stato ampiamente messo in discussione dal nuovo presidente Xi Jinping.
Proprio Xi ha accentrato su di sé e su alcuni dei suoi collaboratori molto potere, andando sostanzialmente contro il tacito accordo degli anni scorsi che mirava a una gestione collettiva del potere e rifiutava nuovi culti della personalità che nella Cina del dopo Mao non hanno più trovato spazio tra i comunisti cinesi.
Ma la fase oggi è diversa: Xi ha bisogno presumibilmente di allungare la «vita politica» ad alcuni suoi uomini cardine, come Wang Qishan a capo della potentissima commissione anti corruzione e può essere che Xi decida di allungare il proprio mandato anche a sé stesso, il presidente.
Il Plenum si concluderà il 27 ottobre e vedremo cosa verrà prodotto e cosa verrà rilasciato alla stampa. Di sicuro la Cina si trova di fronte a un guado: le manovre che avrebbero dovuto riformare – e non poso – il proprio assetto produttivo e industriale stentano a partire, le aziende di stato sono in una sorta di terra di nessuno, mentre nella politica estera Xi Jinping ha cambiato e non poso l’approccio cinese, pur mantenendo saldi alcuni punti fermi della storica politica estera di Pechino.
Una fase di transizione che potrebbe richiedere una nuova stretta sul Partito e sugli organi vitali del paese.
Infine, secondo il Global Times, organo ufficiale del partito comunista cinese, «nell’ambito del tema circa una rigorosa gestione del partito, è stato stimato che il sesto plenum discuterà anche di come sostenere concretamente tutte le persone affinché possano essere fatti i progressi necessari verso una società moderatamente prospera».
Gli esperti hanno convenuto che il tema della sesta sessione mostra la progressiva attuazione dei «Quattro Complessivi» di Xi Jinping «per solidificare la classe dirigente del partito, visto che le precedenti sessioni erano incentrate su come promuovere la riforma, lo stato di diritto e il 13 piano quinquennale».
Una nota del Pcc afferma che la «supervisione interna al partito è la forma fondamentale e primaria di controllo, e solo spingendo per avere altre e nuove forme di supervisione siamo in grado di garantire la gestione completa e rigorosa del partito».
@simopieranni