Secondo la stampa russa, il Cremlino si sta preparando a lanciare almeno cento canali anonimi su Telegram, il servizio di messaggistica istantanea criptato. Con l’obiettivo di conquistare il voto della temuta “generazione P” in vista delle elezioni del 2018
Le rivelazioni di Rbk parlano di un incarico conferito direttamente dall’amministrazione presidenziale a un’impresa specializzata, che dovrà sviluppare 100 canali anonimi dell’app cifrata in decine di città russe. Le fonti citate apparterrebbero tanto all’apparato politico del Cremlino quanto all’impresa stessa.
I canali avranno un contenuto definito di “orientamento politico” e dovrebbero cominciare la propria attività già dalla fine di ottobre in molte città russe: San Pietroburgo, Nizhny Novgorod, Rostov-on-Don, Ekaterinburg, Pyatigorsk, Krasnodar, Samara, Murmansk, Orel, Omsk, Makhachkala, Tyumen, Vologda, e Novosibirsk.
Sono previsti quattro o cinque canali per ogni città. Il resto delle località non sarebbe stato ancora deciso.
Si tratta di un progetto piuttosto impegnativo. Nelle città più grandi, come San Pietroburgo, Rostov-on-Don, Novosibirsk, Krasnodar e Yekaterinburg, saranno impiegate fino a cinque persone per riempire di contenuti i canali. Si tratterà di giornalisti impiegati nei media regionali e addetti stampa. Stando alla fonte interna al Cremlino, il costo sarà a carico delle amministrazioni regionali ma l’indirizzo politico arriverà direttamente dall’amministrazione presidenziale.
Uno strumento politico
La mossa del Cremlino, se confermata, avviene in un momento singolare della vita di Telegram in Russia. È solo di pochi giorni fa, infatti, la rivelazione fatta dal suo fondatore, Pavel Durov, della richiesta delle chiavi di decifratura dell’app da parte dei servizi segreti. Durov, cittadino russo auto-esiliatosi a St. Kitts e Nevis dopo aver ricevuto, a suo dire, pressioni dall’Fsb, ha pubblicato sul proprio profilo Vkontakte (altra sua creatura, prima che fosse costretto a vendere le quote della società a un fondo vicino a Putin) i documenti con cui i servizi segreti intimano la consegna delle chiavi per decriptare ogni contenuto veicolato da Telegram. Richiesta alla quale Durov si è sempre opposto.
Telegram conta circa dieci milioni di utenti in Russia. Negli ultimi tempi l’app – proprio grazie alla sicurezza del metodo di cifratura – ha dato vita a una rete di contatti tra i giovani oppositori al potere di Putin. Tanto da trasformarsi quasi in un social network parallelo, su cui si scambiano informazioni politiche, impenetrabile agli occhi della polizia e dei servizi. Non è poco in un Paese in cui si può essere condannati a due anni di carcere per aver condiviso un post.
Ora, sembra che il Cremlino abbia messo gli occhi su Telegram da un altro punto di vista. Non come minaccia da combattere ma come strumento da sfruttare per le presidenziali del prossimo anno.
Telegram e propaganda
Non è un caso che secondo Rbk i 100 canali non avranno vita lunga e saranno probabilmente chiusi in primavera. Le elezioni per il nuovo mandato presidenziale si terranno a marzo.
L’analista Stanislav Aranovich è convinto che sia una mossa azzeccata. «Le autorità non hanno abbastanza canali di comunicazione informali. Il quadro dei media tradizionali è stretto», ha detto. In altre parole c’è tutta una fetta di popolazione – i giovani istruiti che vivono nelle grandi città, la cosiddetta “generazione P”, che non ha conosciuto altro presidente all’infuori di Putin – che sfugge alla propaganda diffusa dalla televisione e dai giornali.
«I canali anonimi Telegram stanno riscuotendo un enorme successo. Si è formato uno spazio multimediale che ha al suo interno figure influenti», ha detto ancora Aranovich.
Ovvio che le autorità russe non avrebbero potuto restare indifferenti. Se le rivelazioni di Rbk sembrano mostrare un approccio del tipo “quando non puoi sconfiggerlo, alleati”, non c’è dubbio che siano un ulteriore segnale della grande agilità del Cremlino nello sfruttare le nuove tecnologie come strumento di propaganda.
@daniloeliatweet
Secondo la stampa russa, il Cremlino si sta preparando a lanciare almeno cento canali anonimi su Telegram, il servizio di messaggistica istantanea criptato. Con l’obiettivo di conquistare il voto della temuta “generazione P” in vista delle elezioni del 2018