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PRIMA PAGINA – Democrazie in affanno


A giugno gli Svizzeri (78%) hanno detto “no” all’introduzione di un reddito di base mensile per tutti, dalla nascita al decesso, per consentire di vivere in modo dignitoso.

Si è affermata invece la convinzione che ognuno di noi debba ingegnarsi e impegnarsi per guadagnarsi da vivere, svolgendo funzioni utili alla collettività o comunque apprezzate dal mercato. Compito primario dello Stato resta quello di creare le condizioni ottimali per consentire a tutti di far valere il proprio talento e di poter operare in condizioni di trasparente competizione, pur in presenza di adeguati meccanismi di solidarietà a vantaggio dei meno fortunati. Speriamo che questa chiara manifestazione di voto sia di monito per tutti i movimenti populisti in Europa, che oggi sembrano riscuotere sempre più consensi, non necessariamente per realizzare ricette così strampalate.

In Turchia, il recente avvicendamento del Primo ministro evidenzia sempre più l’inarrestabile deriva autoritaria del Presidente Erdoğan che, dopo il decennio d’oro (2002-2012) intitolato a crescita, liberalismo e democrazia, sembra aver perso l’equilibrio dei primi anni e non riesce nemmeno ad offrire una sponda alla Commissione europea per il rilancio del negoziato Ue. È verosimile che Erdoğan riprenderà il cammino verso un sistema presidenziale, approfittando del più docile Yildirim nel ruolo di Premier: l’iter prevedrebbe elezioni anticipate in autunno, per ottenere i due terzi dei seggi necessari alla modifica della Costituzione. Non è però scontato che una manovra così spericolata sia di facile attuazione: secondo il leader del partito di opposizione HDP, Demirtas, che ho incontrato a Istanbul nei giorni scorsi, lo spirito democratico dei Turchi verrà fuori in caso di elezioni anticipate e dimostrerà al Presidente che il limite della tolleranza democratica è stato superato.

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