spot_img

PRIMA PAGINA Lo strafalcione di Donald


A marzo, Donald Trump, mantenendo fede ad una sua solenne promessa elettorale, ha deciso di imporre dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio, a tutela dell’industria siderurgica statunitense, sostenendo che queste importazioni mettono in pericolo la sicurezza nazionale: acciaio e alluminio vengono impiegati dall’industria bellica e la dipendenza da Paesi stranieri – questo il ragionamento dell’Amministrazione Usa – metterebbe il Paese nella impossibilità di difendersi, in caso di conflitto armato. Per introdurre i dazi, la nuova Presidenza ha fatto ricorso a una legge varata nel 1962, in piena Guerra Fredda. Sono previste ulteriori esenzioni per i «veri amici» degli Stati Uniti. Ma chi sono i «veri amici»? Sono quelli – ad esempio – che rispettano il target minimo di contributo alla spesa militare Nato, fissato dall’Alleanza atlantica, pari al 2% del Pil. Né Italia, né Germania sono adempienti. Altri Paesi alleati degli Usa dovranno dimostrare che il loro export di acciaio e alluminio non rappresenti una minaccia per la sicurezza nazionale statunitense. Se ci riusciranno, potranno ottenere l’esenzione.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €45

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €20

- Advertisement -spot_img
rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo