Oggi si è iniziato a votare in India, precisamente negli stati del Nordest di Assam e Tripura, e il Bjp ha finalmente pubblicato il proprio manifesto programmatico per il 2014 – mai nessun partito era riuscito a presentarlo così in ritardo – così ora sappiamo qualcosa in più sulla Vision di Modi.

Il documento, visionabile interamente qui, come ogni manifesto programmatico che si rispetti individua una serie di punti da sviluppare dicendo “lo faremo”; il come, poi vediamo.
L’India immaginata dal Bjp è molto simile all’India del Congress e di Aap: un paese dove si promuoverà una riforma agraria imponente, si creeranno mini centri high tech nelle campagne (portare l’IT nell’India rurale), si sradicherà la corruzione, si aiuteranno i poveri e si ricomincerà a correre come agli inizi degli anni Duemila.
All’apparenza il programma del Bjp è impeccabile, ricalca le aspirazioni di chiunque e si propone l’obiettivo di risanare l’economia in stato comatoso del subcontinente, cosa che il Congress negli ultimi due anni non ha saputo fare (e ne pagherà il conto salato alle urne).
Ma nell’idillio generale del testo spiccano comunque delle strizzatine d’occhio a quella fetta di elettorato ultranazionalista che non vede troppo di buon occhio questo Modi “rammollito”, che non ha attaccato musulmani in tutta la campagna elettorale e si è ben guardato dal pronunciare parole controverse che potessero dare adito alle critiche di “communalism”, cioè sfruttare e istigare un sentimento d’odio anti comunitario per trarne profitti in termini di voto.
Verso la fine del programma, infatti, spunta la questione del tempio di Ram, pomo della discordia che 20 anni fa diede il via a una reazione a catena di violenze e pogrom tra hindu e musulmani. In breve, il Bjp in clima pre elettorale negli anni Novanta lanciò una campagna di mobilitazione di massa per distruggere la moschea Babri ad Ayodhya per far spazio ad un tempio dedicato al dio Ram, in linea con le posizioni anti musulmane del partito (che vedono l’islam come un’invasione minacciosa). Le persone, in gran parte musulmane, morte negli scontri in questi anni si contano letteralmente a decine di migliaia.
Il Bjp del 2014 inserisce tra i punti da sviluppare nella prossima amministrazione “la realizzazione del tempio di Ram in accordo con la Costituzione”, solo una delle voci sotto il titolo “Cultural Heritage”, tra le quali troviamo anche “la purificazione delle acque del Gange per il bene spirituale e fisico dell’India” e la stesura di un “necessaria cornice legale per proteggere le mucche e la loro progenie”.
Politica estera? Rapporti coi vicini turbolenti? Non pervenuti.
Oggi si è iniziato a votare in India, precisamente negli stati del Nordest di Assam e Tripura, e il Bjp ha finalmente pubblicato il proprio manifesto programmatico per il 2014 – mai nessun partito era riuscito a presentarlo così in ritardo – così ora sappiamo qualcosa in più sulla Vision di Modi.