Migliaia di persone, quasi un milione, sono scese in piazza in questi giorni a Ouagadougou, in Burkina Faso, per manifestare contro il progetto di riforma costituzionale, o “golpe costituzionale” come è stato ribattezzato dall’opposizione, che consentirebbe al presidente Blaise Compaorè di rimanere al potere altri 15 anni.

Compaorè, al potere già da 27 anni, vorrebbe prolungare ancora il suo mandato e diventare uno dei presidenti più longevi del continente africano.
L’opposizione è così scesa in piazza per protestare contro questo progetto scontrandosi con gli agenti delle forze di sicurezza che hanno lanciato lacrimogeni contro i manifestanti che hanno tentato di bloccare l’autostrada principale del Paese e che si erano avvicinati troppo alla sede del parlamento. Sono nati quindi tafferugli e lanci di pietre con la manifestazione che è rapidamente sfociata in duri scontri tra polizia e opposizione.
Salito al potere dopo un colpo di Stato costato la vita a Thomas Sankara, uno dei leader africani più amati e rispettati, Compaoré è stato rieletto quattro volte a partire dal 1991 e l’opposizione teme che l’emendamento all’articolo 37 della Costituzione, del quale sta discutendo il parlamento, possa allungare di altri tre mandati il suo governo.
Con la legge in vigore il presidente non potrebbe candidarsi per un ulteriore mandato e di qui la volontà di modificare la carta costituzionale. Una decisione che non è piaciuta all’opposizione, che oltre che a Ouagadougou ha organizzato protese e manifestazioni in altre città del Paese, e neanche alla Francia che continua ad avere forti legami, in primis economici, con il Burkina Faso e che ha fatto intendere che una modifica costituzionale di questo tipo potrebbe portare a delle sanzioni per il Paese.
Il Burkina Faso è infatti uno degli alleati più stretti di Parigi in Africa e rappresenta un Paese di transito molto importante nelle operazioni anti terrorismo portate avanti dal governo Hollande nel Sahel.
Non sarà facile far tornare sui suoi passi questo 63enne politico navigato salito al potere con un golpe e mai più uscito dal palazzo presidenziale. Nonostante gli avvertimenti e le velate minacce di Parigi, Compaoré continua a mantenere una certa reputazione sia nel continente africano che fuori dai suoi confini. Non a caso è mediatore per la crisi in Mali, dove la Francia ha non pochi interessi al momento.
Migliaia di persone, quasi un milione, sono scese in piazza in questi giorni a Ouagadougou, in Burkina Faso, per manifestare contro il progetto di riforma costituzionale, o “golpe costituzionale” come è stato ribattezzato dall’opposizione, che consentirebbe al presidente Blaise Compaorè di rimanere al potere altri 15 anni.