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Stavolta le proteste in Iran sono diverse e il regime lo sa


La morte di Mahsa Amini mette a dura prova la leadership degli ayatollah. Finora né la repressione poliziesca, né le promesse del Presidente Raisí sono riuscite a calmare la protesta

La morte di Mahsa Amini mette a dura prova la leadership degli ayatollah. Finora né la repressione poliziesca, né le promesse del Presidente Raisí sono riuscite a calmare la protesta

Le autorità iraniane stanno bloccando l’accesso a Internet in diverse zone del Paese. L’obiettivo è nascondere, per quanto possibile, le immagini e i video delle incredibili proteste che sono scoppiate in seguito alla morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale a Teheran perché non indossava correttamente il velo. Nonostante i tentativi di isolare il Paese dalla rete, immagini e video hanno comunque raggiunto i social. Da ormai una settimana, manifestanti di ogni genere, età ed estrazione sociale si scontrano con le forze dell’ordine, mettendole in fuga, perdendo la vita (si contano già 17 morti) e intonando cori contro il regime degli ayatollah e contro Khamenei, l’attuale guida suprema dell’Iran. In prima linea ci sono le nuove generazioni: le ragazze si tolgono gli hijab, li sventolano o li bruciano. Altre ancora si tagliano i capelli in segno di sfida.

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