Isolato nel Golfo, il Qatar cerca alleati in un’America Latina in crisi che gli spalanca le porte. Il giro d’affari è ancora modesto, ma all’Emirato servono beni alimentari per compensare il blocco saudita. E a Buenos Aires al-Thani potrebbe portare un salvagente finanziario all’amico Macri
Non è la prima volta che l’emiro del Qatar realizza un tour in America Latina. Ma quello iniziato lunedì 1 ottobre assume un valore politico molto diverso, visto che da più di un anno il Paese arabo è stato messo in isolamento dalle monarchie del Golfo. Da allora, ogni viaggio della diplomazia qatarina ha un unico obiettivo: conquistarsi alleati. D’altra parte, i Paesi latinoamericani, finita la decade del boom, vivono ora un momento di gravi scosse politiche e di flessione economica se non di vera e propria recessione. E agganciare un socio con un portafoglio pesante è per loro un’occasione da non perdere. Questa volta saranno Ecuador, Peru, Paraguay e Argentina i Paesi in cui farà scalo lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, con una comitiva di 140 tra funzionari e imprenditori.
Secondo l’agenzia ufficiale Qna, il giro serve per “discutere le possibilità di rafforzare le relazioni e la cooperazione bilaterale in diversi campi”. Al Jazeera, inoltre, cita il direttore del giornale qatarino Al Arab, Abdullah al-Athbah, secondo cui “la visita dimostra che il Qatar non è finito incastrato in un angolo del mondo”. La temperatura politica nel Golfo è altissima e la vicinanza di Doha all’Iran e il suo attivismo negli scenari caldi degli altri Paesi arabi, dall’Egitto alla Libia, hanno scatenato la risposta degli altri membri del Consiglio del Golfo, cui si sono unite le autorità de il Cairo, che hanno stretto sotto embargo l’emirato.
Il giro d’affari con l’America Latina è ancora modesto. Lo ha ammesso lo stesso emiro nella recente visita in Spagna, dicendosi però pronto a investire «in collaborazione con imprese spagnole, in particolare nel settore petrolifero». In realtà del contenuto del tour latinoamericano si sa ben poco. Arrivato lunedì a Quito, lo sceicco ha ricevuto dal presidente Lenin Moreno una delle massime onorificenze, il Gran Collar, riconoscimento non solo per le relazioni strette negli ultimi anni ma anche come ringraziamento per il milione di dollari ricevuti nell’agosto del 2017 dopo il terremoto che ha ferito il Paese lasciando 670 morti.
L’Ecuador è uno dei principali partner commerciali in Sud America: secondo la Qatar Chamber il volume di affari tra i due Paesi è arrivato l’anno scorso a 30,6 milioni di Rq, pari a 7,4 milioni di euro. Quito ha offerto un piano di investimenti per 24 miliardi di dollari in cinque anni, in particolare nella raffinazione petrolifera e nella vendita di quote del progetto minerario di Llurimagua – controllato da una impresa mista cileno-ecuadoriana -. Inoltre, le autorità ecuadoriane vorrebbero fare del nuovo porto qatarino Hamad l’hub per l’export di banane, rose – ne arrivano 2 milioni la settimana – e gamberetti allevati: almeno così l’ha spiegato al Gulf Times, Yvonne A-Baki, ambasciatrice di Quito a Doha.
«Quello alimentare è un settore particolarmente sentito in Qatar vista la crisi di rifornimenti sofferta nei primi mesi del blocco saudita – spiega a eastwest.eu Silvana Mangana Porteiro, docente di studi islamici e di rapporti col mondo arabo a Montevideo – E qui in America Latina trova orecchie attente e imprese pronte al business».
A Lima, al-Thani atterra in un Paese aggrovigliato in una battaglia interna e alla vigilia di incandescenti elezioni municipali. Ma qui il presidente Martin Vizcarra vanta oggi un indice di gradimento del 61%, caso raro in tutta la regione. L’emiro ha ricevuto le chiavi della città e sottoscritto quattro accordi, tra cui una più stretta collaborazione nelle questioni di sicurezza nazionale e di lotta al narcotraffico e l’eliminazione del visto per entrare nei due Paesi.
L’ambasciatore peruviano a Doha, Carlos Velasco Mendiola, parlando con il Gulf Times ha aggiunto qualche dettaglio in più sulle aspettative di Lima, in particolare su possibili investimenti «nel settore delle forniture e del trasferimento di tecnologia per la produzione di energie sostenibili, desalinizzazione e gestione dell’irrigazione, così come le sviluppa la Qatar Foundation». Mendiola ha anche aggiunto che «si farà più stretta la collaborazione tra il Qatar National Research Fund e le università peruviane». E il Perù, cosa avrebbe da offrire? Il diplomatico del Paese andino giura che «alcuni prodotti come la quinoa, frutta e verdura, oltre a prodotti tessili, sono già ben piazzati nel mercato qatarino».
La più debole delle visite, per le dimensioni economiche e il peso politico del Paese, è quella paraguaya. Tuttavia, sottolinea ancora Silvana Mangana Porteiro, «l’arrivo di al-Thani assume un particolare valore politico se si pensa che nella zona di frontiera tra Paraguay, Argentina e Brasile vivono 22 mila musulmani: è una grande comunità, quasi tutta di origine libanese». E dal punto di vista commerciale? Nel febbraio di quest’anno, da una visita in Qatar, il ministro del commercio Gustavo Leite sembra aver portato a casa un accordo a sostegno «delle imprese che lavorano granaglie per polli e nel settore della carne», aveva riferito al portale di business 5dias, «con un processo finale di lavorazione da farsi nelle zone franche del Qatar».
Tuttavia sarà quella in Argentina la tappa più osservata, vista la grave situazione valutaria che sta scuotendo il Paese e ha messo sotto pressione il presidente Mauricio Macri. Tra lui e l’emiro corre un ottimo feeling ed è la terza volta che si incontrano in due anni. Al-Thani ha una predilezione per il Cono Sur: è proprietario di 28 mila ettari in Patagonia – «che però non può sfruttare appieno perché una parte è stata occupata dai mapuche», come ha raccontato il portale lapoliticaonline.com – ed è sponsor pesante del Boca Juniors. Entrambi gli investimenti sono stati aiutati da Macri in persona, che ha così stretto una relazione personale con l’emiro. E quest’ultimo ora potrebbe arrivare a Buenos Aires con un salvagente per l’amico, con cui condivide la passione per il football e una biografia da milionari.
Il più atteso, tra i membri della delegazione, è il Ministro dell’economia che è anche a capo della potente Qatar Investment Authority. L’interesse di Doha – secondo il sito di news Infobae – è sugli enormi giacimenti di Vaca Muerta che Macri vorrebbe far partire ma che necessitano di trivellazioni in fracking. Argomento dibattuto, secondo fonti ufficiali, solo qualche giorno fa tra l’ambasciatore argentino nel Paese arabo e il Ceo della Qatar Petroleum. Sarà da vedere cosa riuscirà a strappare Macri dall’emiro in persona.
Ad ogni modo è interessante notare come lo sguardo dell’emirato sull’America Latina sia andato crescendo, fino alla recente accelerata. Nelle precedenti visite, nel 2013 e nel 2015, le massime autorità qatarine già avevano stretto i legami anche con Messico, Colombia e Cuba. Con l’Avana il legame è bizzarro: i due Paesi si parlano fin dal 1989 e si dice che tra il padre dell’attuale emiro e Fidel ci fosse un gran feeling. I qatarini si sono impegnati a investire nel settore turistico 2 miliardi di dollari, soprattutto ora che l’isola si è dotata di nuove leggi per il settore privato e di società miste. In Qatar d’altra parte sono presenti quasi 500 medici cubani che lavorano nell’ospedale di Dukhan, unico nel suo genere nella regione araba.
Accordi sono in piedi anche con il Venezuela, che li lega alla comune partecipazione all’Opec: qui ancora ci si ricorda con amara ironia l’impegno preso da Nicolas Maduro tre anni fa di «esportare alimenti di gran qualità» nel paese del Golfo. Solo che di lì a poco il suo Paese avrebbe preso un’altra piega.
@fabiobozzato
Isolato nel Golfo, il Qatar cerca alleati in un’America Latina in crisi che gli spalanca le porte. Il giro d’affari è ancora modesto, ma all’Emirato servono beni alimentari per compensare il blocco saudita. E a Buenos Aires al-Thani potrebbe portare un salvagente finanziario all’amico Macri