I movimenti indipendentisti europei, per fortuna, sono diventati “soft”.
Il 18 settembre gli scozzesi voteranno il referendum per decidere se rimanere parte del Regno Unito. L’esito è incerto, ma se decideranno di andare per la propria strada, la Gran Bretagna non sarà più, almeno formalmente, “Grande” perché l’appellativo è per l’appunto entrato in uso 300 anni fa per descrivere la “Gloriosa Unione” delle corone di Scozia e Inghilterra.
Il 9 novembre, la Catalogna dovrebbe votare il proprio referendum sull’indipendenza dalla Spagna, un paese di cui è parte per un verso o per l’altro dal 15° secolo, quando il matrimonio tra Re Ferdinando di Aragona e la Regina Isabella di Castiglia unì i due reami.
Se e come esattamente questo possa avvenire ancora non è chiaro. Mentre il Presidente Catalano Artur Mas si ostina a tenere il referendum, al momento che East va in stampa il governo spagnolo rifiuta di riconoscere la validità della consultazione e perfino l’esistenza di un diritto catalano all’autodeterminazione.
Comunque vada, una violenta guerra civile è da escludere.
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I movimenti indipendentisti europei, per fortuna, sono diventati “soft”.
Il 18 settembre gli scozzesi voteranno il referendum per decidere se rimanere parte del Regno Unito. L’esito è incerto, ma se decideranno di andare per la propria strada, la Gran Bretagna non sarà più, almeno formalmente, “Grande” perché l’appellativo è per l’appunto entrato in uso 300 anni fa per descrivere la “Gloriosa Unione” delle corone di Scozia e Inghilterra.