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Quanto guadagna un censore cinese


Si dice che la cosiddetta «città della censura» di Tianjin sia stata un'idea di Zhang Gaoli, ex boss della città e attualmente uno dei sette privilegiati all'interno del Comitato Permanente del Politburo cinese. Un'idea geniale a suo modo: mettere in un unico luogo tutti i dipartimenti di censura dei colossi web cinesi. La città della censura e i suoi tanti impiegati, dimostrano anche come la «censura» in Cina, non sia solo una necessità scandita dal Partito Comunista, ma anche un business che paga la vita di molti cinesi.

Si dice che la cosiddetta «città della censura» di Tianjin sia stata un’idea di Zhang Gaoli, ex boss della città e attualmente uno dei sette privilegiati all’interno del Comitato Permanente del Politburo cinese. Un’idea geniale a suo modo: mettere in un unico luogo tutti i dipartimenti di censura dei colossi web cinesi. La città della censura e i suoi tanti impiegati, dimostrano anche come la «censura» in Cina, non sia solo una necessità scandita dal Partito Comunista, ma anche un business che paga la vita di molti cinesi.

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