Stamattina il quotidiano Hindustan Times ha rivelato che, secondo fonti anonime del Ministero degli Interni indiano, il capitano della Enrica Lexie – Umberto Vitielli – avrebbe confessato agli inquirenti della National Investigation Agency (Nia) di aver redatto un falso rapporto per scagionare i marò dall’accusa di omicidio dei due pescatori Binki e Jelastine.

Si tratta di una notizia (qui la versione originale dell’Hindustan Times) da riportare con estrema attenzione poiché, quando e se sarà confermata, potrebbe risultare in una prova pesantissima nelle mani dell’accusa indiana. E nel marasma collettivo che si crea ogni volta l’opinione pubblica italiana si trova davanti a una nuova informazione relativa ai marò, giocare con le parole e alimentare la diffidenza dei lettori rivolta alla stampa indiana (e, per estensione, all’India in toto) è davvero facilissimo.
La fonte dell’Hindustan Times dice che il rapporto divulgato dal comandante Vitielli in seguito agli spari che indicava la presenza di un barchino con a bordo uomini armati – e quindi legittimava la decisione dei fucilieri di fare fuoco – è stato redatto dietro pressione dei militari, con l’obiettivo di sviare le indagini, far credere che i pescatori fossero in realtà pirati.
Il dato non arriva dalle fantasie della redazione dell’Hindustan Times, ma il funzionario degli Interni indiani riporta il contenuto di una confessione fatta dal capitano Vitielli davanti agli inquirenti della Nia, cioè nella seconda fase delle indagini (aprile 2013), quando la polizia federale ottenne il permesso di interrogare nuovamente tutti i testimoni già sentiti precedentemente dalle autorità del Kerala.
La parte centrale dell’articolo dice infatti:
“Ma quando la Nia, durante le indagini, ha interrogato il capitano della Enrica Lexie, egli ha negato di aver assistito in prima persona all’incidente e agli spari, sostenendo di aver scritto la mail di rapporto dietro le pressioni dei due marò accusati. Il piano era quello di presentare i pescatori come dei pirati”.
Messa così, siamo di fronte a una presunta confessione di falso fatta direttamente da Vitielli e sarà interessante vedere come e se si difenderà da queste accuse pesantissime.
Il dettaglio della confessione è stato riportato con dovizia dalla stragrande maggioranza dei media italiani, eccezion fatta per TgCom24, testata del gruppo Mediaset che con Toni Capuozzo ha guidato una campagna per l’innocenza dei due fucilieri rifacendosi alle strampalate tesi di Luigi Di Stefano, che ancora al momento della redazione di questo pezzo che state leggendo (12:38 pm) riporta la notizia come segue:


Della presunta confessione di Vitielli nessuna traccia, sembra che le accuse siano mosse esclusivamente dall’Hindustan Times, senza alcuna base (e con una tempistica – su questo concordo – sospetta, vista la richiesta di rimpatrio di Latorre per motivi di salute che proprio oggi la Corte suprema ha accettato di esaminare, rimandano la decisione alla prossima settimana).
Complimenti per il rigore.
Stamattina il quotidiano Hindustan Times ha rivelato che, secondo fonti anonime del Ministero degli Interni indiano, il capitano della Enrica Lexie – Umberto Vitielli – avrebbe confessato agli inquirenti della National Investigation Agency (Nia) di aver redatto un falso rapporto per scagionare i marò dall’accusa di omicidio dei due pescatori Binki e Jelastine.