In ballo c’è l’accordo post Brexit sullo status dell’Irlanda del Nord, ma anche il futuro del Primo Ministro britannico che rischia la sfiducia in quella che sarebbe l’ennesima crisi di governo nel giro di pochi mesi
Il Regno Unito e il suo Primo Ministro, Rishi Sunak, si giocano oggi un’importante fetta del futuro economico e politico della nazione, e delle relazioni con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, con il raggiungimento dell’attesa revisione del protocollo sull’Irlanda del Nord. Il documento è di straordinaria valenza, visto che fa parte degli accordi post Brexit e gestisce la situazione della comunità nord irlandese, implicando il regolare rispetto del Good Friday Agreement del 1998.
Il Governo di Sua Maestà naviga, ancora una volta, in cattive acque: il Pm non sarebbe stato in grado di negoziare a sufficienza con i duri pro Brexit nel suo partito e con gli unionisti del Dup, pronti a sfiduciare Sunak in quella che sarebbe l’ennesima crisi nel giro di pochissimi mesi. I problemi riguardano proprio lo status dell’Irlanda del Nord e la sua partecipazione nel mercato unico Ue dei beni, ostracizzata da Brexiteers e unionisti dato che toglie parte della sovranità a Londra.
Problemi tramutatisi più che altro in politici, col Dup che, dopo la vittoria alle elezioni in Irlanda del Nord dei nazionalisti dello Sinn Féin, rifiuta di portare avanti il power sharing previsto dagli Accordi del Venerdì Santo e, soprattutto, rischia di creare un confine rigido con la Repubblica d’Irlanda, membro Ue. Da qui un’iperbole di scontri con Unione Europea e Stati Uniti, con questi ultimi che hanno minacciato il raffreddamento dei rapporti con il Regno Unito, dato il lavoro diplomatico durato a lungo e che ha visto Washington in prima linea nel raggiungimento dell’accordo siglato nel 1998.
Dopo il voto sulla Brexit, Regno Unito e Ue hanno sottoscritto un agreement per la regolamentazione dei loro rapporti. Parte dell’accordo, proprio il protocollo sull’Irlanda del Nord, che l’ex Pm Boris Johnson ha voluto modificare unilateralmente. L’apertura delle nuove trattative per apportare cambiamenti al deal sono state portate avanti nel corso del secondo semestre del 2022 e in questa prima parte di anno nuovo. Oggi Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, si reca a Londra per firmare il testo definitivo, che il Pm Sunak presenterà nel pomeriggio al Parlamento.
Tra gli scenari, una sfiducia che porrebbe fine alla carriera di Primo Ministro per Sunak, subentrato nel corso degli ultimi mesi a Liz Truss, durata poche settimane, che a sua volta assunse l’incarico al termine del Governo Johnson, anch’esso protagonista in negativo della lotta interna ai Tories. Tutto ruota ancora attorno alla Brexit, che ha causato pesanti turbolenze all’economia britannica e al suo status internazionale.
I rischi di un mancato accordo politico sul protocollo dell’Irlanda del Nord sono molteplici: dalla regolare catena di approvvigionamento agli ulteriori ritardi sul trattato di libero scambio con Washington, passando per l’hard border tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda che riaccenderebbe la miccia della violenza settaria. È necessaria una soluzione definitiva alla questione nord irlandese che permetta, finalmente, una navigazione regolare al Regno Unito nell’oceano delle agitate relazioni internazionali.