Il tabloid legato al Partito comunista cinese descrive la collaborazione militare sino-russa come una risposta alle mosse di Washington nell’Indo-Pacifico
Tra Russia e Cina non c’è una vera partnership strategica e forse non potrà mai esserci – troppo squilibrio tra i due soci e troppi interessi sovrapposti –, ma una collaborazione certamente sì. Di recente il Ministero degli Esteri di Mosca ha detto che Taiwan appartiene a Pechino, sposando dunque la posizione della Repubblica popolare che non riconosce l’isola come un paese indipendente. Oggi invece si concluderanno le esercitazioni militari congiunte nel mar del Giappone iniziate giovedì scorso.
Le esercitazioni di agosto
L’evento è rilevante, ma non è una novità. Cina e Russia si allenano insieme al combattimento da diversi anni e ad agosto hanno tenuto delle grosse esercitazioni sull’antiterrorismo: si sono svolte nella regione cinese di Ningxia, confinante con quella dello Xinjiang (dove è forte la concentrazione di uiguri musulmani), che a sua volta condivide un pezzo di frontiera con l’Afghanistan. Al di là della quantità di truppe e mezzi schierati, le esercitazioni agostane si erano fatte notare per un dettaglio cruciale: per la prima volta, i russi hanno utilizzato armi cinesi.
Un’altra novità
Le esercitazioni navali del 14-17 ottobre, nei pressi del golfo di Pietro il Grande, nell’Estremo Oriente russo, hanno portato un’altra novità: per la prima volta la Cina ha schierato un cacciatorpediniere da diecimila tonnellate (la Nanchang Type 055) per manovre militari congiunte con una marina straniera.
Il contesto geopolitico
Il Global Times, tabloid in lingua inglese legato al Partito comunista cinese, scrive che le esercitazioni sono servite a testare le capacità dell’esercito nazionale nei mari lontani. Quello marittimo è in effetti il dominio più importante nella competizione geopolitica tra la Cina e gli Stati Uniti e anche quello in cui – nel caso dovesse scoppiare – si svolgerà lo scontro armato tra le due superpotenze. Non a caso, l’America ha da poco stretto un patto sui sottomarini nucleari con l’Australia e il Regno Unito (l’AUKUS), puntando proprio sui ritardi di Pechino in questo segmento bellico.
Il Global Times descrive la collaborazione militare sino-russa come una risposta alle mosse di Washington nell’Indo-Pacifico, presentate come “serie minacce” per Pechino e Mosca. Non c’è solo l’AUKUS, ma anche le esercitazioni Malabar nel golfo del Bengala (con Australia, India e Giappone: la seconda fase si è svolta dal 12 al 15 ottobre).
Accuse e smentite
Venerdì la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver cercato di violare le proprie acque territoriali nel golfo di Pietro il Grande, durante le esercitazioni con la Cina. Washington ha negato la ricostruzione, dicendo di stare conducendo delle normali operazioni di routine nelle acque internazionali del mar del Giappone.
Il tabloid legato al Partito comunista cinese descrive la collaborazione militare sino-russa come una risposta alle mosse di Washington nell’Indo-Pacifico