La Giornata della Vittoria in Russia non ha visto nessun festeggiamento quest’anno. Eppure, Putin ne avrebbe avuto bisogno per risollevare i consensi
Il 9 maggio avrebbe dovuto essere un’occasione di celebrazione per il Presidente russo Vladimir Putin. La Giornata della Vittoria – in cui si ricorda la sconfitta della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale – è la ricorrenza più importante in Russia e anche la più sentita. Quest’anno però l’epidemia di Covid-19 ha imposto festeggiamenti molto più sobri: al posto della grandiosa parata militare sulla Piazza Rossa di Mosca, un solitario Putin ha deposto dei fiori sulla tomba del Milite ignoto prima di rivolgere un messaggio alla nazione.
È stato un discorso solenne, intriso di patriottismo e di richiami all’unità – noi russi “siamo invincibili quando restiamo uniti”, ha detto –, ma certamente meno d’impatto rispetto agli eventi degli anni scorsi. Putin ha comunque assicurato che le celebrazioni del 2020 si terranno lo stesso, “su grande scala”, nei prossimi mesi. Coronavirus permettendo.
La parata e la grande festa del 9 maggio sono importantissime per il Cremlino. Per la variegata popolazione russa la Giornata della Vittoria rappresenta un momento di unità, con Putin a garante di quest’ultima. La popolarità del Presidente – spesso soprannominato “zar” – trae di solito grande beneficio da manifestazioni patriottiche di questo tipo, come nota il Washington Post.
Putin avrebbe avuto davvero bisogno di questa “spinta” per risollevare i consensi. Secondo un sondaggio condotto dal Centro Levada – un’agenzia indipendente russa che si occupa di monitorare l’opinione pubblica –, il tasso di gradimento di Putin è infatti sceso al 59%, contro il 69% circa di febbraio. Una cifra che gran parte dei leader mondiali giudicherebbe molto positiva, ma che per Putin costituisce un minimo in vent’anni di Governo.
La popolazione russa trova poco soddisfacente la risposta del Cremlino all’emergenza coronavirus. I casi di contagio nel Paese sono quasi 199mila – la Russia è quinta al mondo, dopo Stati Uniti, Spagna, Italia e Regno Unito –, ma i decessi confermati sono circa 1830. Il crollo dei prezzi del petrolio rappresenta un’ulteriore preoccupazione per l’economia russa.
L’epidemia non ha solo danneggiato la popolarità di Putin: ha stravolto completamente i suoi piani. Il Presidente è stato infatti costretto a rimandare il referendum per la riforma costituzionale, che si sarebbe dovuto tenere il 22 aprile e che potrebbe permettergli di ricandidarsi per altri due mandati (e quindi restare al potere fino al 2036).
Oltre ai motivi già ricordati, i festeggiamenti per la Giornata della Vittoria sono importanti per Putin anche perché si inseriscono in un progetto più ampio di “rielaborazione” della storia russa in senso patriottico. In breve, per Putin la memoria storica è un mezzo per mobilitare la società nel presente.
Il 9 maggio avrebbe dovuto essere un’occasione di celebrazione per il Presidente russo Vladimir Putin. La Giornata della Vittoria – in cui si ricorda la sconfitta della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale – è la ricorrenza più importante in Russia e anche la più sentita. Quest’anno però l’epidemia di Covid-19 ha imposto festeggiamenti molto più sobri: al posto della grandiosa parata militare sulla Piazza Rossa di Mosca, un solitario Putin ha deposto dei fiori sulla tomba del Milite ignoto prima di rivolgere un messaggio alla nazione.
È stato un discorso solenne, intriso di patriottismo e di richiami all’unità – noi russi “siamo invincibili quando restiamo uniti”, ha detto –, ma certamente meno d’impatto rispetto agli eventi degli anni scorsi. Putin ha comunque assicurato che le celebrazioni del 2020 si terranno lo stesso, “su grande scala”, nei prossimi mesi. Coronavirus permettendo.
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