Presentato come un prodigioso robot hi-tech da “Rossiya 24”, Boris era in realtà un uomo travestito. La comica gaffe riassume bene lo stato dei tiggì russi, che rivendicano il diritto alla creatività e confondono cronaca e videogiochi, mescolando verità e verosimiglianza
Boris non è un robot. Boris fa il robot. Ma per la Tv di Stato russa lo sa fare talmente bene da meritare di essere presentato come “uno degli androidi più avanzati”, vanto dell’industria hi-tech russa. Il dubbio sulla buona o cattiva la fede dei giornalisti di Rossiya 24 resta irrisolto, ma l’episodio di Boris, nella sua goffa comicità, è sintomo del livello dell’informazione in Russia: un ecosistema in cui la verità ha la stessa dignità della verosimiglianza.
E verosimigliante Boris lo era davvero. Ma agli occhi attenti di alcuni osservatori non è sfuggito come il robot, presentato sul palco di un’importante fiera tecnologica rivolta ai giovani a Jaroslav, facesse dei movimenti strani e non mostrasse traccia di sensori esterni. E così si è fatta avanti la ditta che produce il costume – quello sì, hi-tech dal costo di circa 3mila euro – indossato durante l’esibizione da un attore. Il caso è esploso sul web, scatenando l’ironia, fino a essere ripreso anche da alcuni giornali stranieri.
Le domande sull’utilità di ingannare i giovani proprio durante un evento dedicato alla tecnologia restano senza risposta. Ma i dubbi più grossi riguardano Rossiya 24 e la reazione che il canale ha avuto una volta smascherata la balla. Per prima cosa hanno rimosso il video da YouTube, ma quando si sono accorti che non bastava sono passati al contrattacco, criticando i mezzi d’informazione stranieri che hanno ironizzato sul corrispondente da Jaroslav, colpevole solo di non essere stato capito nella sua “scelta creativa”.
Scelte creative
L’episodio del robot Boris fa sorridere. Ma mostra molto chiaramente l’approccio tipico dell’informazione mainstream russa verso le notizie. Se non sono vere, basta almeno che siano verosimili. E quando anche il velo della verosimiglianza cade, si invoca un’incompresa scelta creativa del giornalista. Dimenticando che non è compito dei giornalisti fare ricorso alla creatività.
E purtroppo la storia recente delle news in Russia è piena di scelte creative.
A novembre 2017 la stessa Rossiya 24 mandò in onda una “prova irrefutabile” dell’appoggio americano allo Stato Islamico. Un video all’infrarosso di una colonna di veicoli di Daesh scortati dalle forze armate Usa. Il video però era parte del videogioco AC-130 Gunship simulator.
A febbraio 2018 Pervy Kanal cascò nello stesso errore. Durante uno speciale dedicato al ricordo di un soldato russo caduto in Siria nel 2016, mandò in onda uno screenshot dal videogioco Arma 3.
Ma tra le news creative non c’è solo la guerra. A ottobre 2017 Rt mostrò un reportage da New York dove, si diceva, la popolarità di Putin era tale che un noto ristorante aveva messo nel proprio menù un PutinBurger da 1952 grammi, la data di nascita del capo del Cremlino. Lanotizia fu ripresa anche da Rossiya 24. Bastò una chiamata al ristorante per scoprire che la storia era stata inventata di sana pianta.
E solo qualche giorno fa ancora Pervy Kanal ha mandato in onda l’intervista a un giovane ucraino che, nel quinto anniversario della Maidan, raccontava la grande delusione della sua generazione, tradita dal governo di Kiev. Il ragazzo, però, era un attore bielorusso che ha poi confessato di essere stato pagato per “fare l’ucraino”.
Dieta mediatica
Naturalmente in Russia non mancano ottimi giornalisti e mezzi d’informazione seri e scrupolosi. Le stesse fake news di sopra, così come molte altre non raccontate qui per non rendere l’elenco interminabile, sono spesso debunkate da blogger o giornalisti di altri giornali o canali televisivi. Si tratta però, purtroppo, di mezzi che raggiungono una audience molto ristretta, minoritaria rispetto alla grande massa. La stragrande maggioranza dei russi, vale a dire praticamente qualunque russo viva al di fuori dei principali centri urbani, soddisfa la propria fame di notizie guardando non più di tre canali nazionali, tutti controllati dal Cremlino. Rossiya 24 e Pervy Kanal sono due di questi.
Boris il robot, insomma, per molti spettatori da Mosca a Vladivostok resterà un fulgido esempio dell’alta tecnologia russa.
@daniloeliatweet