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Il Russiagate fa il primo passo verso la Casa Bianca


L’ex capo della campagna di Trump Paul Manafort si è costituito. Le accuse non riguardano il lavoro per il presidente, ma le incriminazioni possono convincerlo a collaborare con la giustizia. Intanto un altro ex consigliere ammette di aver mentito all’Fbi sui suoi rapporti con i russi

Agenti federali in auto con Paul Manafort (sul sedile posteriore) dopo averlo preso in custodia. REUTERS/Jonathan Ernst

L’ex capo della campagna di Trump Paul Manafort si è costituito. Le accuse non riguardano il lavoro per il presidente, ma le incriminazioni possono convincerlo a collaborare con la giustizia. Intanto un altro ex consigliere ammette di aver mentito all’Fbi sui suoi rapporti con i russi

«Paul Manafort Jr., di Alexandria, Virginia e Richard Gates III, di Richmond, Virginia sono stati incriminati da una corte federale per 12 imputazioni: cospirazione contro gli Stati Uniti, cospirazione per il riciclaggio di denaro, lavoro per un datore di lavoro straniero non dichiarato, false dichiarazioni sul lavoro per istituzioni straniere, dichiarazioni false, mancata dichiarazione di conti aperti presso banche straniere». Tradotto e riassunto, il mandato di arresto federale per Paul Manafort, ex capo della campagna Trump e per il suo socio in affari Richard Gates, sono queste. Si tratta di accuse enormi che fanno tornare il Russiagate al centro del dibattito politico americano. Con una novità fondamentale: non siamo più alle congetture, ci sono persone incriminate dopo mesi di indagini – la casa di Manafort era stata perquisita dall’Fbi lo scorso luglio.

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