I sondaggi continuano a premiarlo. E se la via verso le elezioni europee per ora sembra in salita, nella capitale si potrebbe aprire per il leader della Lega un’opportunità imprevista. Intanto, Di Maio fa opposizione a sé stesso e non porta a casa nulla
Salvini alle stelle, opposizione nelle stalle
Partiamo dai sondaggi: il governo nel complesso è molto apprezzato – 58% – ma la distribuzione del consenso all’interno del triumvirato sta cambiando. Il politico con maggiore consenso è Matteo Salvini, gradito al 60% dei consultati, segue Giuseppe Conte con il 59%, e Luigi Di Maio con il 53%. Le proiezioni di voto vedono la Lega al 30% e il Movimento 5 Stelle al 27,6%.
Il contratto di governo non si tocca e i tre, compatti, assicurano durata fino al 2023.
Ma al di fuori del contratto, per governare l’Italia, ci sono altri orizzonti elettorali che possono far gola a chi vede tanto vento gonfiare le proprie vele. Bruxelles e Roma.
La via per la tornata elettorale europea non è tanto lineare, si è visto, e, per il momento, conviene accantonarla per far passare le irritazioni provocate dalla legge finanziaria italiana, criticata molto anche dai potenziali alleati europei di Salvini. Potrebbe invece presentarsi un’opportunità imprevista a Roma: tra qualche giorno, uscirà la sentenza di primo grado del processo contro il sindaco Raggi, imputata di falso in relazione alla nomina di Renato Marra, arrestato per corruzione. Il giudizio dei suoi cittadini, i romani, invece c’è già stato e più volte ribadito, la Raggi non ha soddisfatto le aspettative di chi l’ha voluta e tanto meno di chi non l’ha votata. Complici anche le pesanti sfide meteorologiche, la città è veramente in ginocchio.
Nella simbolica Piazza del Popolo di Roma, scenderà l’8 dicembre Matteo Salvini, che, con il nuovo simbolo ‘Lega’ (non più Nord) ha indetto una grande manifestazione ‘fisica’, off line, contrapponendosi alla politica via web, sacra ai suoi alleati di governo M5S. D’altra parte, sempre Salvini aveva già apertamente dichiarato lo scorso settembre che nel governo di Roma ‘siamo all’opposizione’, incarnando il ‘romano insoddisfatto’, forte degli importanti – a Roma – numeri della destra.
Ma esiste davvero una strategia definita?
Utilizzare il governo a 6 mani per deludere gli elettori del M5S, scontenti per il mancato reddito di cittadinanza, il mancato taglio alle pensioni d’oro, l’avvio del gasdotto Trans-Adriatico e simili, e indebolire quindi i propri alleati a proprio vantaggio, rastrellando quanti cadono nella sua rete di consenso. Brillare di luce propria rispetto a due concorrenti indubbiamente meno energetici e meno ‘fisici’.
Candidarsi a risolvere i millenari problemi delle amministrazioni locali, oppure impegnarsi per riformare l’Europa a propria immagine e somiglianza? Quanto è grande il sogno di Salvini?
Intanto, intorno a lui c’è il vuoto, di alleati e oppositori carismatici, in attesa di un centro-sinistra europeista che fatica a svilupparsi…
Di Maio, oppositore di se stesso
Luigi Di Maio rassicura i suoi elettori, disorientati, che anche se il reddito di cittadinanza e il taglio alle pensioni d’oro non sono presenti nel disegno di legge della manovra, invece – a guardar bene – ci sono. Il ragionamento di Di Maio è il seguente: nella manovra ci sono i fondi, ‘la ciccia’, come si esprime in diretta Facebook, e quei soldi saranno utilizzati dalle norme di un decreto attuativo che si farà a Natale o giù di lì, forse a marzo, senza bisogno di addentrarsi nelle lungaggini di un decreto di legge. E il presidente del Consiglio da Tunisi precisa: «La riforma del reddito di cittadinanza va fatta con attenzione, per questo non è stata inserita adesso. Si farà, l’anno prossimo». Dubbi sostanziali ha invece espresso Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Il reddito di cittadinanza ha complicazioni attuative non indifferenti».
È invece nel disegno di legge il progetto ‘Terre vive’, molto applaudito dalla Coldiretti e da Confagricoltura. Il progetto, dal sapore un po’ mormone forse, prevede la donazione gratuita di terre dello Stato alle famiglie che abbiano almeno tre figli, la donazione scatta al terzo figlio partorito tra il 2019 e il 2021. Il progetto unisce la promozione demografica con l’intenzione di favorire l’imprenditoria agricola giovanile, anche se la conditio sine qua non del terzo figlio mal si adatta a nuclei veramente giovani, ci vuole un certo tempo per mettere in fila tre o più figli.
Per ‘Terre vive’ non è chiaro ancora quanti ettari gratis ci siano in palio, appartenenti a chi, al demanio, che dispone di soli 5500 ettari, al Corpo forestale, che ne ha 2000 circa, o alle Regioni e Comuni, ma un intervento statale su queste giurisdizioni potrebbe risolversi in denuncia di incostituzionalità, oppure alla mitica ‘Banca delle terre abbandonate o incolte’, prevista dal precedente governo nel 2017 e mai effettivamente partita?
Si tratta di una norma oscura al momento, e un decreto chiarificatore è stato promesso, similmente al progetto di reddito di cittadinanza e al taglio alle pensioni d’oro, per le quali però, a differenza di ‘Terre vive’, è stato rimandato tutto, anche il concepimento della norma.
Non dal parlamento dunque ma da Facebook arrivano le modifiche che Di Maio intende fare alla appena approvata legge di Bilancio: «Non sono soddisfatto perché voglio recuperare più soldi possibili a questa gente che ci ha rubato il futuro […] Tagliamo da dove si inquina (sgravi fiscali ai petrolieri) e mettiamo dove serve». E annuncia anche i tagli all’editoria: «Voglio investire per far nascere nuovi giornali e non per tenere quelli che restano aperti solo per i finanziamenti». Ragionamento anche condivisibile, ma nelle mani di chi sta dimostrando di non avere alcuna capacità di implementazione. Anti-sistema doc, in uno sdoppiamento politico, Di Maio fa opposizione a se stesso e non porta a casa nulla…
@GiuScognamiglio
I sondaggi continuano a premiarlo. E se la via verso le elezioni europee per ora sembra in salita, nella capitale si potrebbe aprire per il leader della Lega un’opportunità imprevista. Intanto, Di Maio fa opposizione a sé stesso e non porta a casa nulla
Partiamo dai sondaggi: il governo nel complesso è molto apprezzato – 58% – ma la distribuzione del consenso all’interno del triumvirato sta cambiando. Il politico con maggiore consenso è Matteo Salvini, gradito al 60% dei consultati, segue Giuseppe Conte con il 59%, e Luigi Di Maio con il 53%. Le proiezioni di voto vedono la Lega al 30% e il Movimento 5 Stelle al 27,6%.