Taiwan sta investendo per formare la sua prossima generazione di ingegneri per l’industria strategica dei semiconduttori. Riuscirà a cementare il suo ruolo nel mercato mondiale?
Con l’aumento delle tensioni nello stretto di Taiwan, la prospettiva di un attacco cinese a Taiwan si è fatta più grande negli ultimi anni. La necessità per i Paesi di tutto il mondo di considerare la loro posizione nel caso di una crisi dello Stretto è aumentata di conseguenza. Un aspetto di questi calcoli è il ruolo fuori misura di Taiwan nell’industria globale dei semiconduttori e, specialmente, quello del produttore di chip informatici TSMC. Taiwan sta ora cercando di solidificare questo suo vantaggio strategico istituendo “scuole di chip”. Tali hub specializzati, attivi tutto l’anno, dovranno formare la prossima generazione di ingegneri di semiconduttori e cementare il dominio di Taiwan su questa industria cruciale.
I piani, sostenuti dalla Presidente Tsai Ing-wen, arrivano mentre le aziende di chip investono miliardi di dollari nell’espansione delle loro capacità di produzione. Il gigante dei chip TSMC da solo quest’anno spenderà fino a 44 miliardi di dollari e assumerà più di 8.000 dipendenti. Il Governo di Taiwan ha collaborato con le principali aziende di chip per pagare queste scuole. Le prime quattro sono state istituite presso le migliori università l’anno scorso, ciascuna con una quota di circa 100 studenti di master e dottorato. “Ho specificamente richiesto che queste scuole restino aperte tutto l’anno, senza pause invernali ed estive, in modo da poter produrre rapidamente talenti”, ha dichiarato Tsai. La carenza di talenti, infatti, è una delle principali preoccupazioni per il Governo, che considera l’industria cruciale per la crescita economica e la sicurezza nazionale.
La carenza dei talenti dei chip
Anche prima della carenza globale di chip, le aziende temevano che una carenza di talenti potesse ostacolare il boom dell’industria, ha dichiarato Terry Tsao, Presidente del gruppo industriale SEMI Taiwan. Nel settembre 2019, Tsao e circa 20 dirigenti di chip taiwanesi e stranieri hanno incontrato Tsai e hanno sollecitato il Governo ad affrontare la questione. Ora, mentre i Paesi promettono miliardi per la produzione nazionale di chip e le aziende si affrettano a costruire nuovi impianti, la necessità di persone per progettare, produrre e testare chip si è intensificata.
Nel quarto trimestre del 2021, c’erano quasi 34.000 aperture di lavoro nel settore dei chip in media al mese. Questa cifra risulta essere, secondo i numeri di una popolare piattaforma di reclutamento taiwanese, il 50% in più rispetto all’anno precedente. Anche se la domanda di lavoratori è aumentata, Taiwan – con uno tasso di natalità molto basso – ha prodotto meno ingegneri negli ultimi anni. Ancora meno si iscrivono ai programmi di dottorato che meglio preparano gli ingegneri a sviluppare tecnologie innovative.
Competendo su un bacino limitato, le aziende taiwanesi hanno offerto salari più alti e molti benefit per attirare nuovi ingegneri. Le aziende, poi, stanno anche guardando fuori dal Paese. Il produttore di chip di Taiwan United Microelectronics Corp, che prevede di reclutare più di 1.500 nuovi dipendenti, sta espandendo i canali di reclutamento all’estero.
La linfa vitale di Taiwan (e i suoi limiti)
Lo scorso anno, Taiwan ha approvato un regolamento per rendere più facile a scuole e aziende la collaborazione in settori di interesse nazionale. Le regole meno rigide permettono a queste scuole di usufruire di finanziamenti aziendali e aumentare la paga dei docenti. Oltre ai finanziamenti, le aziende aiuteranno a progettare curricula, invieranno dirigenti a tenere conferenze e forniranno esperti di chip per tenere i corsi.
Mentre alcuni a Taiwan sono preoccupati che un focus singolare sui semiconduttori verrà a costo di altre industrie, altri dicono che tali costi sono necessari. “Creerà squilibri nell’ecosistema”, ha detto Yeh Wen-kuan, direttore del Taiwan Semiconductor Research Institute, riguardo alle scuole di chip che attirano studenti da altri campi. “Ma non c’è altra scelta in questo momento. La linfa vitale di Taiwan, devi prima tenertela stretta. Se non la si tiene, come si può far progredire l’economia di Taiwan?”.
In conclusione, sembra improbabile che la crescita dell’industria dei semiconduttori sia un fattore decisivo che modella il calcolo di Pechino sul “problema Taiwan” o quello dei Governi terzi. Allo stesso tempo il Paese potrebbe ottenere un vantaggio competitivo grazie al posizionamento delle proprie aziende nel mercato dei semiconduttori.
Taiwan sta investendo per formare la sua prossima generazione di ingegneri per l’industria strategica dei semiconduttori. Riuscirà a cementare il suo ruolo nel mercato mondiale?