L’annuncio a sorpresa del Presidente senegalese, potrebbe placare le violente proteste scatenate per i timori di un regresso democratico nel Paese. Reazioni positive a livello internazionale mentre l’opposizione non si fida e teme un colpo di scena
Il Presidente senegalese Macky Sall non si presenterà alle elezioni presidenziali del 2024. Lo ha annunciato a sorpresa, in un discorso alla nazione tenuto in televisione il 3 luglio, parlando di una “decisione lunga e ponderata”. In questo modo, Sall rinuncia di fatto alle ambizioni di conquistare un discusso terzo mandato e mette così la parola fine ad una questione che in questi mesi è stata profondamente destabilizzante per il Senegal.
In vista delle elezioni dell’anno prossimo, infatti, ci si era chiesti se il presidente uscente si sarebbe presentato per la terza volta, dopo aver vinto le elezioni del 2012 e del 2019. Macky Sall si era mantenuto ambiguo sulle sue intenzioni, senza escludere la possibilità di correre per un nuovo mandato, che sarebbe stato a dir poco problematico. La costituzione senegalese ne permetterebbe un massimo di due, ma la tesi del Presidente è che il calcolo dei mandati andasse azzerato a partire dalla modifica costituzionale del 2016, e che quindi gli restasse ancora uno slot a disposizione.
Di fronte alla scarsa chiarezza, l’opposizione aveva denunciato la volontà di Sall di restare al potere nonostante i limiti imposti dalla legge. Una prospettiva che aveva scatenato la rabbia di una parte della popolazione, scesa ripetutamente in piazza a protestare. Le manifestazioni di queste settimane si erano però risolte in duri scontri con la polizia, causando 16 morti, centinaia di feriti e numerosi arresti. E facendo crescere in maniera sensibile la tensione sociale all’interno del Paese.
L’annuncio di Macky Sall è perciò sicuramente positivo, in quanto potrebbe essere determinante nel riportare la calma e nel riavvicinare almeno in parte maggioranza e opposizione, allontanando lo spettro di un’escalation degli scontri. Come riconosciuto da numerosi osservatori, la scelta di ritirarsi dalla corsa presidenziale può essere letta come la prova del funzionamento della democrazia senegalese, nonostante le sue numerose criticità. Ma anche come il riconoscimento che il sistema politico sia più importante e più forte di una singola persona, come sottolineato dallo stesso Presidente: “Il Senegal è più grande di me ed è pieno di leader capaci di guidare il Paese verso lo sviluppo”.
Per queste ragioni, alla decisione di Macky Sall sono seguite immediatamente reazioni di sollievo e soddisfazione, soprattutto a livello internazionale. “La dichiarazione del Presidente Sall è un esempio per la regione, in contrasto con coloro che cercano di erodere i principi democratici, inclusi i limiti di mandato” ha dichiarato attraverso un comunicato stampa Antony Blinken, Segretario di stato americano. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha parlato invece di “profonda stima” per il capo di stato senegalese, mentre Emmanuel Macron ha evidenziato come lo stato africano abbia dimostrato ancora una volta “la solidità della propria tradizione democratica”.
Diverse le reazioni interne al Senegal. Invece di guardare alle virtù del presidente in carica e alla bontà della sua scelta, l’opposizione preferisce infatti leggere la decisione di Sall di ritirarsi dalla corsa elettorale come un successo del popolo e di chi è sceso in strada a protestare. Inoltre, si sottolinea come la soddisfazione per una vittoria insperata non possa far dimenticare i lati oscuri dell’annuncio presidenziale e le criticità che rimangono a livello politico e che non sono state certo risolte dal discorso di Sall.
In particolare, l’opposizione fa notare come il Presidente non abbia riconosciuto le proprie colpe nello scatenare la violenza di piazza, né abbia ammesso l’illegalità di un eventuale terzo mandato. Al contrario, Sall ha detto di non volersi candidare “anche se la Costituzione me ne dà diritto” e ha così lasciato uno spiraglio aperto ad un cambio di scenario, che non sarebbe né clamoroso né tantomeno senza precedenti. Nel 2020, nella vicina Costa d’Avorio, il presidente Alassane Ouattara aveva infatti deciso di candidarsi dopo aver dichiarato l’opposto, parlando di “caso di forza maggiore” dopo il decesso di colui che era stato designato come suo successore, Amadou Gon Coulibaly.
Lo schieramento che si oppone a Macky Sall ha insistito inoltre sulla necessità di evitare ora che il presidente uscente controlli da vicino l’intero processo elettorale, ad esempio attraverso l’uso della giustizia per impedire ai candidati dell’opposizione di presentarsi alle urne. “Invito il popolo senegalese a mobilitarsi per non lasciare che Macky Sall decida chi deve o non deve partecipare alle elezioni presidenziali” ha dichiarato l’ex prima ministra Aminata Touré, chiedendo al popolo senegalese di non smettere ora di scendere per strada a manifestare.
Il Presidente senegalese Macky Sall non si presenterà alle elezioni presidenziali del 2024. Lo ha annunciato a sorpresa, in un discorso alla nazione tenuto in televisione il 3 luglio, parlando di una “decisione lunga e ponderata”. In questo modo, Sall rinuncia di fatto alle ambizioni di conquistare un discusso terzo mandato e mette così la parola fine ad una questione che in questi mesi è stata profondamente destabilizzante per il Senegal.
In vista delle elezioni dell’anno prossimo, infatti, ci si era chiesti se il presidente uscente si sarebbe presentato per la terza volta, dopo aver vinto le elezioni del 2012 e del 2019. Macky Sall si era mantenuto ambiguo sulle sue intenzioni, senza escludere la possibilità di correre per un nuovo mandato, che sarebbe stato a dir poco problematico. La costituzione senegalese ne permetterebbe un massimo di due, ma la tesi del Presidente è che il calcolo dei mandati andasse azzerato a partire dalla modifica costituzionale del 2016, e che quindi gli restasse ancora uno slot a disposizione.