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Silvia diventa Aisha. E allora?


Le polemiche scatenate nei media e sui social sono aberranti. Il fatto che non si riesca a gioire nemmeno della liberazione di una ragazza da un rapimento mi preoccupa più della pandemia

La liberazione di Silvia Romano ha scatenato le polemiche sui media e centinaia di haters sui social. L’ennesima separazione tra Guelfi e Ghibellini, anche su una vicenda che poteva mettere d’accordo tutti, ci costringe a occuparcene, per i nessi che ci sono tra politica estera, sicurezza e dialogo tra civiltà.

Provo a essere schematico:

  1. tutti d’accordo sul fatto che liberare una nostra concittadina dalla prigionia di quasi due anni sia stato un successo, a seguito di un’azione lunga e persistente dei nostri servizi e della nostra diplomazia;
  2. il mondo degli opinionisti già si divide sull’opportunità di aver pagato un riscatto: forse non tutti sanno che esistono dei fondi appositi, gestiti dai nostri Servizi Segreti, che sono dedicati – senza alcun obbligo di fatturazione (difficile chiedere fattura ai terroristi…) o rendicontazione – a operazioni rischiose come questa. Dunque, non è una novità, è sempre accaduto così e non potrebbe essere altrimenti. Quando ero Console a Smirne, nel 1993, andai a riprendere dei testimoni di Geova che cercavano l’Arca di Noè sul monte Ararat, ai confini con l’Iran, insieme a un funzionario dei servizi che mi accompagnava con una borsa con soldi cash, per poter far fronte a una eventuale richiesta dei terroristi del PKK, che avevano rapito i nostri concittadini. In quell’occasione, non ce ne fu bisogno, perché i terroristi si accontentarono di un implicito riconoscimento politico, derivante dal fatto stesso che un diplomatico italiano era andato a farsi consegnare i sequestrati. Ed è ovvio che tutte le voci sull’ammontare (1 milione o 4, si legge in giro) sono campate in aria, perché queste informazioni sono giustamente coperte dal segreto di Stato;
  3. eccessivo accogliere Silvia a Ciampino con le sue massime cariche del Governo? Forse sì, ma vi assicuro che si è sempre fatto così. Tra le tante responsabilità di inadeguatezza che sono state attribuite a questo Governo, non mi sentirei di aggiungere anche il modo con il quale hanno gestito l’accoglienza all’aeroporto romano. Sempre per non restare vago, nella mia attività diplomatica, quando feci rientrare in Italia una ragazza che si era resa colpevole di un incidente stradale che aveva causato la morte di tre persone, e per questo trattenuta in carcere per un mese, all’aeroporto ad attenderla a Roma c’era l’allora Ministro dell’Interno Mancino e la partecipazione diretta al Maurizio Costanzo show, il salotto principe del Talk show degli anni ’90! Quindi, davvero niente di nuovo… Si poteva essere più sobri? Forse sì, ma un po’ ingenuo aspettarselo…
  4. tra le osservazioni più malevole che sono state espresse sulla stampa di opposizione, cito quella che ha fatto più impressione: “è come se un’ebrea liberata da un campo di sterminio, si presentasse in conferenza stampa vestita da nazista”. Ammetto che l’iperbole è accattivante, ma totalmente sbagliata. Non possiamo confondere un abito usato nel mondo musulmano con una divisa da terrorista, così come non ha nessun senso accostare la conversione all’Islam a una insinuata condivisione dei principi della lotta armata dei carcerieri di Al-Shabaab. Non dimentichiamoci che questa ragazza ha vissuto quasi due anni in cattività. È già un miracolo che non sia impazzita! Qualsiasi altra considerazione è priva di un benché minimo senso di umanità e di solidarietà per una vicenda che è innanzitutto drammatica. E non ha alcun senso dire – come pure è stato detto – che sarebbe meglio aiutare i poveri delle valli italiane o delle nostre periferie invece che lontani e ingrati africani. Sono due modi diversi di svolgere missioni di volontariato, entrambi encomiabili;
  5. infine, la polemica sul contributo di Turchi e Quatarini. Cosa dovevamo fare, rifiutare l’aiuto di Paesi che hanno evidentemente maggiori canali per giungere all’obiettivo? È follia pura! Ma risulta chiaro o no che Ankara è membro della NATO e candidato all’adesione all’Unione europea? Smettiamola con questo sovranismo da operetta, che già risulta inefficace quando predicato da Donald Trump; nel nostro caso, sconfina davvero nel ridicolo… Se questa è la nostra condizione umana, allora forse meglio un altro annetto di lockdown

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