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L’opposizione siriana mai così debole di fronte ad Assad


La guerra continua, mentre a Ginevra riprendono colloqui di pace segnati dal mutato rapporto di forze. Ormai anche Turchia e Arabia Saudita si sono rassegnate alla sopravvivenza del regime. E l’elezione come capo-delegazione del pragmatico Nasr al-Hariri può preparare la svolta dell’opposizione

Il principale capo della Siria, Nasr al-Hariri, capo della Commissione per l'Alta Negoziazione (HNC), parla ai media durante i colloqui della Siria presso gli uffici delle Nazioni Unite a Ginevra, in Svizzera, il 19 maggio 2017. REUTERS / Pierre Albouy

La guerra continua, mentre a Ginevra riprendono colloqui di pace segnati dal mutato rapporto di forze. Ormai anche Turchia e Arabia Saudita si sono rassegnate alla sopravvivenza del regime. E l’elezione come capo-delegazione del pragmatico Nasr al-Hariri può preparare la svolta dell’opposizione

Non è facile essere ottimisti quando si parla di Siria e negoziazioni di pace. Ormai anche gli osservatori più attenti hanno perso il conto dei round di negoziati intrapresi, falliti o, semplicemente, lasciati morire. Prima c’era Ginevra e i negoziati patrocinati dalle Nazioni Unite. Ora c’è Astana, coi negoziati patrocinati da Russia, Iran e Turchia. E domani, forse, ancora Ginevra e l’Onu.

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