Dopo quelli che la stampa cinese ha definito come i «deliri» del filippino Aquino (che ha paragonato la Cina alla Germania nazista e le Filippine alla Cecoslovacchia del 1938), nuovo test diplomatico per Cina e Giappone: Abe e Xi Jinping infatti si sfioreranno, è lecito credere che neanche si stringeranno la mano, all’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi. Distanze abissali tra i due paesi, in questo momento, ma un dato è in comune: sono i due principali acquirenti di asset americani.
Secondo la stampa cinese Xi Jinping ignorerà Abe durante la cerimonia di Sochi. I due paese sono su fronti opposti: dalla visita di Abe al santuario dei martiri, criminali di guerra, la situazione è solo degenerata. Il Giappone nei giorni scorsi avrebbe anche rivelato le intenzioni cinesi di allargare una nuova zona di difesa sulle aree contese del mar cinese del sud. Ipotesi smentita immediatamente da Pechino.
Si tratta di due nazionalismi che in questo momento utilizzano le tensioni internazionali, per rafforzare le proprie posizioni interne; un gioco classico, solito, non solo tipico dei paesi asiatici. Si tratta di due paesi alle prese con momenti «interni» storici. Il Giappone cerca di risalire la china dopo una profonda crisi economica, attraverso la ricetta dell’Abenomics. Ma come al solito, in Asia, i processi sono rapidi e anche per il Giappone si tratta in realtà di un passaggio epocale: la società si sta trasformando, provando a recuperare il terreno perduto. Analogamente in Cina, Xi Jinping sta affrontando un processo storico che mira a fare della Cina un paese sempre più simile alle grandi economie occidentali, con un mercato interno capace di trainare l’economia. Significa che entrambi i leader hanno bisogno di rinsaldare il consenso interno e lo spauracchio del nemico esterno, come insegna la storia, è un’ottima medicina per procedere su questa strada.

Secondo quanto scritto dal South China Morning Post, «i due leader a Sochi potrebbero non darsi nemmeno la mano dopo la visita al santuario di Abe, ha detto Da Zhigang, esperto di affari giapponesi presso l’Accademia delle Scienze Sociali dell’Heilongjiang. Ha aggiunto che le autorità russe possono anche prendere accorgimenti per evitare che i due leader si incontrino. Il vice ministro degli Affari Esteri Cheng Guoping in precedenza ha escluso colloqui tra Xi e Abe a Sochi e ha detto che i funzionari di Pechino avrebbero severamente spiegato la posizione della Cina», se le due parti si fossero incontrate».
Dietro queste schermaglie si nascondono due paesi – e due economie – ambiziose. Lo dimostra la straordinaria attività circa acquisizioni in giro per il mondo, di volta in volta catturata dalla cronaca internazionale, come nel caso della Lenovo che acquisisce i server Ibm e la Motorola Mobility.
Come sostenuto dal Wall Street Journal, «l’esplosione di acquisizioni di asset statunitensi da parte delle imprese cinesi e giapponesi nel mese di gennaio ha reso quello del 2014, l’inizio d’anno più trafficato di sempre per i realizzatori di affari asiatici. Il volume delle fusioni e acquisizioni nella regione dell’Asia e Pacifico è cresciuto del 60% a 67,2 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente e il volume delle aziende asiatiche che comprano aziende in altre regioni, è più che triplicato a 24,8 miliardi dollari, secondo Dealogic, in buona parte a causa dell’accordo di Suntory Holdings Ltd . per acquistare per 13,6 miliardi di dollari in contanti Beam Inc., il secondo più grande produttore di whisky americano e proprietario di Jim Beam».
Come specificato da Rob Sivitilli, capo delle M&A in Asia di JP Morgan, Giappone escluso, «gli acquisti del Giappone nel sud-est asiatico continueranno ad essere una tendenza, perché hanno semplicemente meno mercati dove operare nel 2014 a causa dei problemi politici. Anche Singapore, Malesia e Filippine potrebbero attirare investimenti giapponesi quest’anno».
Non solo nazionalismo, dunque, bensì due economie che cercano un nuovo posto – e ruolo – negli equilibri internazionali.
Dopo quelli che la stampa cinese ha definito come i «deliri» del filippino Aquino (che ha paragonato la Cina alla Germania nazista e le Filippine alla Cecoslovacchia del 1938), nuovo test diplomatico per Cina e Giappone: Abe e Xi Jinping infatti si sfioreranno, è lecito credere che neanche si stringeranno la mano, all’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi. Distanze abissali tra i due paesi, in questo momento, ma un dato è in comune: sono i due principali acquirenti di asset americani.