Jair Messias Bolsonaro è il nuovo presidente del Brasile, ottava economia del mondo e una delle prime economie dell’America Latina. Ma il continente come vede la sua elezione?
Per capire quali saranno i prossimi equilibri, si può cominciare con il notare quali sono stati i primi presidenti a congratularsi con il neo eletto Bolsonaro , come evidenziato dal quotidiano cubano Granma: Cile, Colombia e Argentina – guidati da governi conservatori – sono stati i primi a complimentarsi per la vittoria. Non è un caso, afferma il quotidiano cileno La Tercera: Bolsonaro ha espresso la sua ammirazione verso il presidente cileno Piñera che lo ha subito invitato in Cile per parlare di affari e del progetto del treno bioceanico, con la volontà espressa di escludere la Bolivia, come come evidenzia anche il quotidiano Los Tiempos.
Sul giornale boliviano La Razon troviamo un editoriale dal titolo Il fenomeno Bolsonaro che cerca di spiegare le ragioni della sua vittoria non senza preoccupazione: nel 2019 la Bolivia affronterà le elezioni presidenziali e a dicembre, afferma il quotidiano boliviano Pagina Siete, il tribunale elettorale deciderà se Evo Morales potrà ricandidarsi per una quarta volta. L’elezione di Bolsonaro, inoltre, avvicinerà il gigante latinoamericano agli Stati Uniti, secondo il quotidiano brasiliano Folha che ha realizzato un’intervista a Steve Bannon.
Le dichiarazioni rese da Bolsonaro nella sua prima intervista da presidente rilasciata a RecordTV, le seconda emittente del Brasile e la quinta più seguita nel mondo, hanno già fatto scalpore. Il quotidiano colombiano El Espectador si concentra sulla richiesta di dirigere il ministero di Giustizia fatta da Bolsonaro a Sergio Moro, il giudice che ha portato avanti lo scandalo conosciuto come Lava Jato (autolavaggio) che ha coinvolto anche l’ex presidente Lula attualmente in carcere.
Inoltre, sempre El Espectador, ha pubblicato un editoriale molto duro dal titolo Bolsonaro e l’altra faccia dell’utopia in cui sostiene che gli avvenimenti che hanno recentemente infiammato il Brasile, compresi gli scandali di corruzione, non “erano sconvolgenti al punto da portare il popolo brasiliano verso una sorte così miserabile come quella di eleggere come presidente una specie di delirante despota tropicale”.
Dalla stampa colombiana arriva poi l’interpretazione del voto data da El Tiempo che pone l’accento su come la nuova classe media, creatasi nel caso del Brasile proprio durante i governi di Lula, abbia paura di perdere quanto conquistato in un’economia oggi in recessione e offra il suo voto all’estrema destra.
Da parte sua, il quotidiano venezuelano El Nacional, estremamente critico del governo di Maduro, esprime qualche perplessità sia sul “futuro indecifrabile” del Brasile sia su Bolsonaro, definito un “Chavez di ultra destra”. Preoccupato anche il giornale brasiliano DN, soprattutto per l’annunciata riduzione dei ministeri da 29 a 15.
L’argentino El Cronista Comercial cerca invece di capire quale destino toccherà al Mercosur, il mercato unico del Sud – organizzazione composta da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, il Venezuela è stato sospeso – mentre il quotidiano brasiliano Vermelho riporta la dichiarazione del neo ministro dell’Economia – e adepto della scuola di Chicago – Paulo Guedes: “Il Mercosur non è una priorità”.
Sulla composizione della squadra di governo si concentrano molti giornali latinoamericani, compreso il quotidiano argentino La Nacion che, pur essendo fermo sostenitore del governo Macri, definisce “conservatori e polemici” i membri del nuovo gabinetto brasiliano, del quale faranno parte anche diversi militari nonché tre dei figli di Bolsonaro.
L’agenzia Nodal pubblica un’analisi sul voto degli evangelici in America Latina e come l’incessante globalizzazione del mondo contemporaneo stia, allo stesso tempo, portando alla risurrezione di ogni tipo di “tribalismo” delle idee. Un racconto della caduta del PT, il partito di Lula e del candidato perdente Haddad, lo fornisce la rivista argentina Anfibia che traccia una cronologia degli eventi dal 2013: “Il giorno in cui la destra ha cominciato a vincere in Brasile”.
Abbiamo voluto poi sbirciare Crisis, un’altra rinomata rivista fondata nel 1973 dallo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano che pubblica un titolo breve e incisivo Paura Brasile. Il quotidiano peruviano La Republica, nello rubrica L’ombra, dedica l’analisi di uno dei suoi principali editorialisti alle elezioni brasiliane.
Cosa guardare: Que Horas Ela Volta? (A che ora torna?), tradotto in italiano con il titolo “È arrivata mia figlia!” è un film brasiliano del 2015 (link in italiano). Racconta la storia di una ragazza e del suo arrivo nella famiglia nella quale la madre lavora come domestica da più di dieci anni. La ribellione della giovane a tutte le abitudini che regolano il rapporto tra lavoro e schiavitù porterà un forte cambiamento.
@GiuliaDeLuca82