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Le prospettive incerte dell’industria del carbone americana


Nel corso dell’ultimo decennio l’industria del carbone americana è entrata in una profonda crisi. A cavallo tra il 2006 e il 2015 la produzione di carbone negli USA è passata da 1170 milioni di tonnellate a 900 milioni, con una perdita di posti di lavoro pari a oltre il 20% degli addetti al comparto (oltre 20.000 unità), la potenza installata a carbone è passata da 313 a 279 GW e la produzione di energia elettrica da carbone è crollata da 2 milioni a 1,3 milioni di GWh annui.

il minatore Mike Hawks in un tunnel sotterraneo di un impianto di trasformazione del carbone nei pressi di Gilbert, West Virginia il 22 maggio 2014. REUTERS / Robert Galbraith

Nel corso dell’ultimo decennio l’industria del carbone americana è entrata in una profonda crisi. A cavallo tra il 2006 e il 2015 la produzione di carbone negli USA è passata da 1170 milioni di tonnellate a 900 milioni, con una perdita di posti di lavoro pari a oltre il 20% degli addetti al comparto (oltre 20.000 unità), la potenza installata a carbone è passata da 313 a 279 GW e la produzione di energia elettrica da carbone è crollata da 2 milioni a 1,3 milioni di GWh annui.

Nonostante il Presidente eletto Donald Trump abbia puntato il dito contro l’Environmental Protection Agency (EPA) e il nuovo regolamento sulle emissioni, è improbabile che la sola revisione della normativa ambientale possa rivitalizzare il settore.  Le radici della crisi, infatti, sono profonde e ramificate.

Una crisi complessa

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