La prossima settimana Trump incontrerà Xi Jinping. Tutti gli occhi sono puntati sul colloquio fra i due, che parlaranno anche di Corea del Nord. E gli incontri tra i leader delle due potenze hanno sempre avuto un impatto rilevante sul mondo
Dopo l’incontro in Florida dello scorso aprile, assisteremo a un secondo meeting tra il presidente americano Trump e quello cinese Xi Jinping. Quest’ultimo è appena uscito da un congresso del partito, il diciannovesimo, che in teoria lo ha rafforzato. Quanto si diranno i due, soprattutto per quanto riguarda la crisi coreana, influenzerà equilibri e sviluppi geopolitici mondiali.
Il loro incontro segue una scia di meeting storici tra i leader dei due Paesi che hanno finito per tracciare il percorso delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, diventando quasi una materia a sé nello studio delle relazioni internazionali. Di seguito quattro incontri «storici» tra i numeri uno delle due super potenze.
Nixon-Mao 1972
Nel 1971 ci fu lo storico viaggio dei giocatori di ping pong americani in Cina, a seguito dell’amicizia nata tra le due squadre durante i mondiali in Giappone. All’arrivo degli americani, i primi a entrare nella Cina comunista, diede il via libera arrivato Mao in persona. Veniva così inaugurata la cosiddetta «diplomazia del ping pong». I due Paesi non avevano alcuna relazione e anzi, si trovavano su due fronti contrapposti (anche militarmente, basti pensare a Corea e Vietnam).
Ma a un certo punto – per una serie di eventi storici, come ad esempio la morte di Stalin nel 1953 – il comune intento di arginare il potere sovietico creò le condizioni per un riavvicinamento che non fu però semplice. La missione segreta di Kissinger – allora capo della sicurezza nazionale americana – nel 1971 a Pechino (scomparve per due giorni mentre si trovava in Pakistan adducendo questioni di salute) aprì la strada alla storica visita di Richard Nixon, la prima di un presidente americano dalla fondazione della Repubblica popolare cinese.
Nixon incontrò Mao Zedong e durante sei giorni di permanenza a Pechino e ben nove volte ebbe collqui con Zhou Enlai, l’allora premier cinese. Sull’aereo che lo portava in Cina, come documentato da 44 minuti di film prodotto dalla Casa Bianca di allora, Nixon era molto curioso di cosa avrebbe trovato. Kissinger cercava di spiegare al presidente le consuetudini cinesi, in tema di orari di incontri e lunghezza degli interventi (in un fantastico dialogo sembra che Nixon volesse cavarsela con pochi minuti di discorso. Un serioso Kissinger lo informò dei «tempi» che solitamente usavano i leader cinesi nei loro interventi).
Nonostante un po’ di sbavature comprensibili perché si trattava di due mondi sconosciuto l’uno all’altro, tutto andò per il meglio e al termine del viaggio venne firmato lo «Shanghai Communiqué», nel quale gli Usa affermavano di «riconoscere una sola Cina e che Taiwan fa parte della Cina». Fino a quel momento infatti gli Usa avevano rapporti diplomatici ufficiali solo con Taiwan, dove si erano rifugiati i nazionalisti al termine dello scontro con i comunisti. Nel 1979 Cina e Usa istituiscono rapporti diplomatici completi. Per fare questo, gli Stati Uniti interrompono le proprie relazioni diplomatiche formali con Taiwan pur impegnandosi a difenderla militarmente dalla Cina.
Jiang Zemin-Clinton 1997

Con la repressione di piazza Tiananmen nel 1989, la Cina di Deng Xiaoping si ritrovò isolata. Benché non convinto, l’allora presidente americano Bush (padre), nonostante il parere contrario della comunità imprenditoriale americana, decise per le sanzioni contro la Cina, ma fece sapere a Deng di poter tornare a lavorare insieme in futuro (e pare che questo avviso gli sia costato la rielezione, così come invece l’annuncio del viaggio in Cina avrebbe favorito Nixon nelle elezioni dell’epoca).
La Cina infatti si era appena aperta a investimenti e al mercato e negli Usa avevano compreso l’importanza strategica con la Cina non solo in funzione anti-sovietica, ma anche in tema economico globale. Per questo il mondo business spingeva per una ripresa delle relazioni, in modo da non rimanere indietro rispetto ad altri Paesi meno interessati al tema dei «diritti umani».
Ci fu un decennio di relazioni ufficialmente bloccate, finché il leader cinese di allora (nel 1997) Jiang Zemin andò negli Usa a incontrare Bill Clinton. Si trattò del primo incontro dopo 12 anni tra i numeri uno dei due paesi. L’importanza storica fu grande: da quel momento Cina e Stati Uniti ripresero relazioni ufficiali anche a livello economico. Per la Cina si sarebbe trattato del periodo iniziale di una crescita che la portò rapidamente al secondo posto tra le più grandi economie mondiali.
Hu Jintao-Bush 2006

A sancire questa crescita, che proprio tra il 2006 e il 2008 raggiunse il suo apice di 14.3 punti di crescita, ci fu l’incontro negli Usa tra George W. Bush e Hu Jintao. Per Hu si trattava del primo viaggio negli Usa da numero uno. I due ribadirono quanto già sostenuto da Nixon nel lontano 1972: siamo differenti, ma possiamo non essere nemici.
Nell’incontro si discusse di partnership e cooperazione, Bush ribadì di credere a una «sola Cina» pur rivendicando la possibilità di difendere Taiwan da eventuali ingerenze cinese, mentre Hu Jintao aprì a possibili collaborazioni di natura commerciale ma rimarcò le differenze per quanto riguarda le oscillazioni dello yuan (un tema che è ormai ricorrente) e sull’allora questione nucleare iraniana.
A margine dell’incontro ci fu anche uno spiacevole equivoco: l’inno cinese fu anticipato da uno speaker che annunciò l’inno della «Repubblica di Cina» (nome usato da Taiwan) anziché «Repubblica popolare cinese». Bush fece le sue scuse pubblicamente a Hu Jintao per questo inconveniente.
Obama- Xi Jinping 2013

Con Xi da qualche mese nominato presidente della Repubblica popolare, nel marzo del 2013 Obama invitò il presidente cinese in California per una visita ufficiale ma «informale». Fu un incontro organizzato perché i due presidenti potessero conoscersi meglio, parlare e discutere non solo di argomenti economici o geopolitici. I due si fecero fotografare passeggiando, con le maniche della camicia tirate su a segnalare l’informalità dell’incontro.
Tra i temi principali in agenda c’era la questione legata alle accuse da parte americana contro supposti attacchi hacker cinese. Era un tema allora caldo di cui i due avrebbero dovuto parlare confrontandosi e trovando una mediazione. Il piano di Obama però non andò proprio secondo i piani, perché poco prima dell’incontro scoppiò il Datagate, lo scandalo sulle intercettazione della Nsa americana rivelate da Edward Snowden.
E a completare il quadro fosco per Obama, Snowden era a Hong Kong, proprio a casa del suo ospite Xi Jinping.
@simopieranni
La prossima settimana Trump incontrerà Xi Jinping. Tutti gli occhi sono puntati sul colloquio fra i due, che parlaranno anche di Corea del Nord. E gli incontri tra i leader delle due potenze hanno sempre avuto un impatto rilevante sul mondo