La risposta alla crisi è Cubeyou. Un’impresa tutta italiana.
Nel giugno 2009, mio fratello stava lavorando per Cisco in Gran Bretagna e io raccoglievo i cocci della mia impresa immobiliare bulgara, messa in ginocchio dalla crisi finanziaria del 2008.
Ci siamo incontrati a Parigi, e il discorso è caduto sul nuovo servizio offerto da Google, Street View. Era un’innovazione pazzesca.
Ma ci sembrava mancasse la cosa più interessante, la possibilità di vedere gli interni delle migliaia di ristoranti, bar e negozi che sono l’anima di una città. Perché non offrire un tour virtuale di un locale, prima di decidere dove passare la serata? Google si poteva tenere le strade, noi avremmo gestito gli interni, e subito fondammo Cubeyou!
Rientrati a Milano aprimmo i battenti. Non ci era chiaro come fare ma abbiamo preso le decisioni giuste. Creammo un video in Powerpoint per vendere il servizio alle aziende locali. Dopo essere stati messi alla porta varie volte, aggiustammo il tiro e dopo pochi giorni di attività arrivò il primo contratto, 199 euro per un tour virtuale più una sottoscrizione annuale dal 10 ottobre 2010, data di lancio al pubblico di Cubeyou.
In 10 mesi abbiamo acquisito 2.500 clienti, assunto 52 persone e incontrato il nostro primo finanziatore che ci ha permesso di lanciare il servizio in grande stile. L’ora X è arrivata, con conferenza stampa a Palazzo Marino e un flash mob in Piazza Duomo con 500 persone. Abbiamo raggiunto 10.000 negozi della città con recensioni in 20 giornali e riviste.
Il futuro appariva roseo, quando tutto è iniziato ad andare storto. La nostra tecnologia era carente e tutta quella pubblicità ci si è ritorta contro. La vendita di contratti è crollata e sono cominciate le perdite. Mentre tentavamo di risolvere i nostri problemi tecnici abbiamo continuato ad aggiungere funzionalità. Avevamo perso di vista il nostro obiettivo e non fornivamo più quello che il cliente si aspettava. Dopo due anni di sviluppo ci siamo ritrovati con due prodotti validi in mano. Uno strumento per la gestione dei social media e una piattaforma di profilazione per raccogliere informazioni sui clienti direttamente dai social media. A questo punto mio fratello e io abbiamo deciso di separarci. Io ho preso in mano il progetto di profilazione sotto l’etichetta Cubeyou e Gianluca ha fondato Social Bullguard per la vendita del suo servizio di gestione dei social media. Dopo qualche modifica in corso d’opera, la SGB si è affermata come una delle migliori piattaforme di gestione dei social media in Europa assicurandosi clienti come BMW, Poste Italiane e Vodafone. A Cubeyou ci siamo focalizzati su ricerca e sviluppo.
Abbiamo siglato un accordo con l’Università di Cambridge che ha portato il trattamento dei social data a un nuovo livello e abbiamo sfruttato sistemi di Intelligenza Artificiale per trasformare le interazioni online in predittori di comportamenti di acquisto.
Abbiamo aperto un ufficio nella Silicon Valley, con forza vendita propria, mantenendo la ricerca e lo sviluppo in Europa per avere accesso a un mercato vasto e recettivo e a ricercatori e codificatori preparati e affidabili.
All’inizio abbiamo venduto la nostra tecnologia come servizio gestito a grandi società come Sony, American Insurance e Pepsi, ma per espanderci dovevamo trasferirci su una piattaforma SaaS. Nove mesi più tardi, stiamo per lanciare la nostra nuova piattaforma di profilazione e pianificazione dei media, Cubeyou XY. Il nostro obiettivo è scardinare la vecchia industria di ricerche di mercato e i suoi antiquati metodi di sondaggio introducendo una nuova tecnologia di ricerca basata su AI e big data dai social media.
I risultati sono promettenti e diversi editori e agenzie si sono registrate per accedere alla piattaforma in anteprima. Solo il tempo stabilirà se funziona. Le montagne russe non si fermano a questo giro, e se accadesse, vorrà dire che la curva di apprendimento si è appiattita e sarà ora di passare ad altro.
La risposta alla crisi è Cubeyou. Un’impresa tutta italiana.