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Surviving Delhi #7: Il curry non esiste


La mia camera qui a Delhi è situata in una posizione che, con slancio di ottimismo, si può definire strategica: in mezzo all'appartamento, è praticamente incavata su un lato del corridoio e gode di doppio affaccio, uno sul corridoio - finestrone alto, inapribile - e una piccola finestrella su quello che mia madre, architetto d'interni, chiamerebbe forse "cavedio", un cilindro vuoto che attraversa tutti e tre i piani dello stabile. E pure quella, nonostante la maniglia, è inapribile 24 ore su 24.

La mia camera qui a Delhi è situata in una posizione che, con slancio di ottimismo, si può definire strategica: in mezzo all’appartamento, è praticamente incavata su un lato del corridoio e gode di doppio affaccio, uno sul corridoio – finestrone alto, inapribile – e una piccola finestrella su quello che mia madre, architetto d’interni, chiamerebbe forse “cavedio”, un cilindro vuoto che attraversa tutti e tre i piani dello stabile. E pure quella, nonostante la maniglia, è inapribile 24 ore su 24.

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