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Surviving Delhi #8: Vivere a +46


Qui a Delhi stiamo battendo ogni record di caldo, si viaggia su una media di 45 gradi di massima e i celebri power cut si stanno intensificando anche nella parte meridionale della capitale. Per provare a sopravvivere è necessaria una strategia psicofisica ad hoc. Ecco la mia (fallimentare).

Il periodo pre monsonico in India – escluse le montagne, dove non ho mai vissuto – è un rito iniziatico al quale chiunque aspiri a risiedere per un po’ nel paese deve sottostare. È lo scotto, altissimo, da pagare come contrappasso di uno stile di vita solitamente più alto rispetto a quello tenuto nel proprio paese d’origine. Esemplificando: l’altra sera mi sono spinto fino all’ardire di poter entrare in un party privato in un hotel a 4 stelle, un contesto dove in occidente mi avrebbero sparato a vista dall’entrata del parcheggio mentre qui, con notevole savoir faire di gruppo, abbiamo passeggiato sugli sguardi contrariati di portieri baffuti e inturbantati (un po’ come a Disneyland, la maschera di dignitario Rajput è il Topolino del turismo esotico di lusso), autisti limousine, fino a venir rimbalzati dai PR della festa all’entrata: le infradito e il pantaloncino unto d’olio, senza sorpresa, non rientravano nel dress code dell’happening.

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