Gli Schiavi del clic
Una nuova forma di schiavitù si nasconde nel digitale: persone sottopagate revisionano le attività automatiche delle big tech


Paola Pisano è professore associato di Business and Innovation Management Università di Torino, Dipartimento Economia e Statistica, già Ministro dell’Innovazione e digitalizzazione.
Una nuova forma di schiavitù si nasconde nel digitale: persone sottopagate revisionano le attività automatiche delle big tech
La sala da pranzo della villa di Thomas Jefferson a Monticello, Virginia, aveva una caratteristica a dir poco incredibile. Montavivande, botole, porte erano automatiche e permettevano agli ospiti di partecipare al pranzo senza nessun intervento umano. Si trattava però di un meccanismo che di automatico aveva ben poco. La schiavitù non era stata abolita ma semplicemente nascosta per muovere apparecchiature meccaniche e rendere autonomo ciò che in verità non lo era. Con un racconto che arriva dal passato, l’autore del libro Schiavi del Clic, Antonio Casilli, introduce una nuova forma di schiavitù digitale, nascosta agli occhi degli utenti, per far sembrare processi digitali, piattaforme e l’intelligenza artificiale più automatizzati di quanto in realtà non lo siano. Da Uber a Foodora, da Amazon Mechanical Turk fino a Facebook o Snapchat, figure sconosciute e non specializzate sono necessarie per svolgere mansioni di valutazione, misurazione, correzione, filtraggio, interpretazione di scelte compiute da processi semi automatizzati.
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