Come da pronostico della vigilia, le elezioni federali che si sono svolte domenica scorsa in Germania hanno confermato la vittoria di Angela Merkel.
L’Unione Cristiano Democratica del Cancelliere uscente, infatti, e il suo partito gemello bavarese, l’Unione Cristiano Sociale, hanno ottenuto il 42,5% dei voti, quasi otto punti percentuali in più rispetto alle elezioni del 2009. Per l’Unione è il miglior risultato dall’Unificazione tedesca del 1990. Se la CDU-CSU ha trionfato consegnando al Cancelliere Merkel un terzo mandato, disastrosa invece è stata la performance degli alleati liberal-democratici dell’FDP arrivati solo al 4,8% dei voti. Per la prima volta dal dopoguerra l’FDP – che nel 2009 aveva sfiorato il 15% – rimarrà fuori dal Parlamento.
Arrivati secondi invece, ma con un importante distacco, i socialdemocratici dell’SPD, che si sono fermati al 25,7% dei consensi. Il centrosinistra tedesco ha dovuto incassare anche la deludente performance dei Verdi, alleati dell’SPD, che hanno ottenuto solo l’8,4% dei voti, un calo di quasi tre punti percentuali rispetto al 2009. Deludenti anche i risultati della sinistra della Linke (8,6% dei voti), mentre sono rimasti fuori dal Bundestag, oltre ai liberal-democratici dell’FDP, anche i candidati di Alternativa Democratica, la nuova formazione tedesca di orientamento euroscettico.
Nonostante la storica vittoria, Angela Merkel non ha i numeri sufficienti per governare da sola. La fuoriuscita dal Parlamento degli alleati liberal-democratici dell’FDP apre sempre di più all’ipotesi di una grosse koalition con i socialdemocratici della SPD. Tuttavia, molti nell’SPD sono preoccupati della possibilità di rimanere schiacciati in una coalizione rosso-nera. Dopo tutto, i socialdemocratici sono consapevoli del fatto che dopo aver governato in un governo di grande coalizione tra il 2005 e il 2009, alle elezioni successive la SPD incassò il suo peggior risultato di sempre (23%).
Tuttavia, è assai improbabile che la SPD rifiuti di entrare in coalizione visto che gli elettori tedeschi attribuirebbero la responsabilità della mancata formazione di un governo proprio ai socialdemocratici. E’ molto probabile invece che la SPD pretenda precise condizioni e che i cristiano-democratici debbano pagare un prezzo importante in termini di posti di gabinetto e concessioni politiche. Nonostante ciò, è bene ricordare che la grande coalizione non nascerà su basi paritarie visto che l’accordo sarà tra un partito forte di oltre il 40% dei voti ed una socialdemocrazia uscita alquanto indebolita dalle urne. Tutto ciò lascia presagire mesi di difficili colloqui per formare un nuovo governo. Simile orizzonte si prospetta anche in Austria, dove all’indomani delle elezioni parlamentari (29 settembre), una riedizione di una grande coalizione tra i due maggiori partiti– socialdemocratici (SPÖ) e popolari (ÖVP) – sembra lo scenario più probabile.
Come da pronostico della vigilia, le elezioni federali che si sono svolte domenica scorsa in Germania hanno confermato la vittoria di Angela Merkel.