La proposta vuole porre fine alla dipendenza americana dalla Cina per l’estrazione e la lavorazione di questi metalli strategici. Il Pentagono dovrà anche creare una scorta permanente
Venerdì scorso al Senato americano è arrivato un disegno di legge che intende stabilire il divieto, per i contrattisti della difesa, di acquistare terre rare dalla Cina a partire dal 2026. Il dipartimento della Difesa (o Pentagono) dovrà inoltre creare una scorta permanente di questi metalli strategici.
Perché le terre rare sono importanti
Le terre rare – un gruppo di diciassette elementi accomunati da certe proprietà magnetiche e ottiche – sono strategiche perché servono a produrre magneti per gli aerei da guerra, i sistemi missilistici, i visori notturni e per altre apparecchiature per la difesa. Sono necessarie anche alla manifattura di smartphone e computer e di turbine eoliche e veicoli elettrici, e dunque fondamentali per il successo della transizione energetica e della trasformazione industriale a questa associata.
Le terre rare sono inoltre al centro di una grande questione geopolitica dovuta al fatto che circa l’80% della loro offerta mondiale è controllata da un solo stato: la Cina. Nel 2010 la Repubblica popolare bloccò le esportazioni di terre rare verso il Giappone a seguito di una controversia politica; gli Stati Uniti – che di Pechino sono i principali rivali – temono che un giorno possa fare lo stesso anche nei loro confronti.
Cosa c’è nella proposta di legge
I promotori della legge sono Tom Cotton, senatore repubblicano dell’Arkansas, e Mark Kelly, un democratico dell’Arizona, a ribadire l’affinità tra i due partiti sulle misure di contenimento di Pechino. In questo caso, l’obiettivo è ridurre la dipendenza americana dalle terre rare cinesi e recuperare il ruolo perduto in questa industria. Fino agli anni Ottanta, infatti, gli Stati Uniti erano dei grossi produttori di terre rare, poi vi hanno rinunciato per via dei costi economici e ambientali delle operazioni. Di contro, la Cina è arrivata a detenere una fetta enorme del mercato delle terre rare, dominando in particolare la fase di raffinazione (complessa e costosa) del materiale grezzo.
Ad oggi sul territorio americano c’è una sola miniera di terre rare – a Mountain Pass, in California: è gestita da MP Materials –, ma il Paese non dispone di capacità di lavorazione dei metalli estratti: MP Materials si affida ai cinesi.
Nelle parole di Tom Cotton, la proposta di legge (il nome ufficiale è Restoring Essential Energy and Security Holdings Onshore for Rare Earths Act of 2022) serve a “mettere fine alla dipendenza americana dalla Cina per l’estrazione e la lavorazione delle terre rare”, un traguardo che definisce “cruciale per sviluppare i settori della difesa e della tecnologia statunitensi”.
I due senatori vogliono che il Pentagono metta da parte una riserva permanente di terre rare. Il paradosso è che, per formarla, dovrà acquistare grandi quantità di metalli dalla Cina, che è la principale fornitrice dell’America. Almeno nel breve-medio termine. Washington, infatti, sta lavorando a diversi progetti sull’estrazione e la lavorazione di terre rare sul suolo americano, in modo da creare una filiera indipendente da Pechino. Il problema è il consenso dell’opinione pubblica, perché si tratta di attività dall’impatto ambientale potenzialmente elevato.
Le resistenze
Se la Casa Bianca e i due partiti sono sostanzialmente d’accordo sulla necessità, per il Paese, di recuperare terreno nel settore delle terre rare, le imprese potrebbero avere da ridire. Non tanto quelle estrattive come MP Materials, che anzi avrebbero da guadagnare dall’indirizzo tracciato dalla politica. Ma le società dell’aerospazio e della difesa, che comprano la materia prima dalla Cina e potrebbero faticare a trovare alternative, forse sì.
La proposta di legge, che impone un divieto d’acquisto dal 2026, non riguarda comunque tutte le apparecchiature per la difesa ma solo i sistemi d’arma.
La proposta vuole porre fine alla dipendenza americana dalla Cina per l’estrazione e la lavorazione di questi metalli strategici. Il Pentagono dovrà anche creare una scorta permanente