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Terrorismo: perché la Francia?


Charlie Hebdo, il Bataclan, lo Stade de France, il lungomare di Nizza, la chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray. Sono solo alcuni degli obiettivi francesi colpiti dai terroristi islamici nell’ultimo anno. Nel mezzo c’è anche il supermercato di Montrouge dove si era asserragliato Coulibaly, il treno Amsterdam Parigi, piccole città come Villejuif e Magnanville, città più grandi come Tolosa. L’Eliseo non può prendere un attimo il respiro che qualche fanatico si fa esplodere o spara sulla folla. Dopo l’ennesimo attentato, non c’è esperto di politica internazionale che i giornalisti francesi non intervistino per sapere una sola cosa: porquoi la France?

Charlie Hebdo, il Bataclan, lo Stade de France, il lungomare di Nizza, la chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray. Sono solo alcuni degli obiettivi francesi colpiti dai terroristi islamici nell’ultimo anno. Nel mezzo c’è anche il supermercato di Montrouge dove si era asserragliato Coulibaly, il treno Amsterdam Parigi, piccole città come Villejuif e Magnanville, città più grandi come Tolosa. L’Eliseo non può prendere un attimo il respiro che qualche fanatico si fa esplodere o spara sulla folla. Dopo l’ennesimo attentato, non c’è esperto di politica internazionale che i giornalisti francesi non intervistino per sapere una sola cosa: porquoi la France?

Il parere, però, non è concorde. Ognuno fa la sua lista di motivazioni. Le più frequenti sono: la partecipazione attiva della Francia alla coalizione anti Isis; il passato coloniale di Parigi; la tradizione storica che rende il Paese un simbolo della laicità nel mondo; il fallimento delle politiche di integrazione degli immigrati.

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