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Tirana: quattro materiali a titolo provvisorio


Il Piano urbanistico del periodo comunista è ancora il principale strumento di governo del territorio. Sopravvive come un malato terminale mantenuto artificialmente in vita, ormai incapace di dar conto dello stato attuale della città che avrebbe dovuto rappresentare e indirizzare. Sotto le sue campiture dai colori omogenei, dentro le sue zonizzazioni separate da linee nette, vive una variegata realtà di microtrasformazioni autorganizzate che ne ha stravolto la consistenza, talvolta negando del tutto le previsioni urbanistiche. Oggi Tirana è una città orfana di un’immagine che la rappresenti, che ne sappia orientare le energie di trasformazione verso una qualsiasi direzione condivisa.

Il Piano urbanistico del periodo comunista è ancora il principale strumento di governo del territorio. Sopravvive come un malato terminale mantenuto artificialmente in vita, ormai incapace di dar conto dello stato attuale della città che avrebbe dovuto rappresentare e indirizzare. Sotto le sue campiture dai colori omogenei, dentro le sue zonizzazioni separate da linee nette, vive una variegata realtà di microtrasformazioni autorganizzate che ne ha stravolto la consistenza, talvolta negando del tutto le previsioni urbanistiche. Oggi Tirana è una città orfana di un’immagine che la rappresenti, che ne sappia orientare le energie di trasformazione verso una qualsiasi direzione condivisa.

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