Olimpiadi di Tokyo: 38 medaglie per gli atleti italiani. Le loro eccezionali performance e tutto quello che ci sta dietro: impegno e duro lavoro, famiglie, infrastrutture, federazioni sportive
È l’Italia che non si vede. Che non strilla, lavora ogni giorno quasi in clandestinità nelle palestre, nei campi di atletica, nelle piscine e nelle acque libere. Che non si piange addosso, non si fa piegare dalle paure e dalle ovvietà da main stream. Che accetta le sfide. E le vince.
L’Italia che ci ha regalato le migliori emozioni degli ultimi mesi nonostante un impossibile fuso giapponese. Sono gli atleti di Tokyo, le loro eccezionali performance con tutto quello che ci sta dietro: famiglie, infrastrutture, federazioni sportive. Sono loro che hanno rimesso il sorriso su volti afflitti dalla paura del domani. Ridato speranza a un Paese in lotta con troppe fragilità.
Era successo già con gli europei di calcio. Ma ora è di più. Una combinazione di successi che si interseca in felice allineamento astrale con i successi (o quantomeno le buone pratiche) del Governo Draghi a riprova del fatto che pure la politica è anch’essa disciplina sportiva delle più complesse, che richiede allenamento, studio, forza fisica e mentale.
Non sappiano se i successi sportivi porteranno un vantaggio concreto alla tenuta dell’attuale maggioranza o alla “credibilità” del Sistema Paese. Per ora, telefonate sulla linea calda Roma-Tokyo che si sprecano come tweet e post. Fino a ieri erano atleti semi sconosciuti. Ora tutti li vogliono arruolare d’ufficio nelle fila dei loro partiti.
Ma una cosa è certa: politica e sport sono sempre andate a braccetto, certe volte pure troppo. In molti casi hanno evitato il peggio, come nel ‘48 quando il presidente del Consiglio De Gasperi chiese a Bartali di vincere la più difficile tappa del Tour de France per evitare una sommossa popolare e una nuova guerra civile dopo l’attentato a Togliatti. E le manifestazioni operaie, come per incanto, si trasformano in cortei festosi.
E pensare che fino a sei mesi fa c’era il rischio tutt’altro che remoto che i nostri atleti andassero a Tokio senza bandiera e senza inno italiani, solo con le insegne del Cio come nel 1980 a Mosca ma in quel caso per protesta per l’invasione dell’Afghanistan. Mennea e Sara Simeoni non trovarono dietro di loro un tricolore da abbracciare, la Simeoni cantò a denti stretti Viva l’Italia di de Gregori.
Nel giugno del 2019 il Cio di Losanna assegna a Milano-Cortina le Olimpiadi invernali del 2026 esprimendo preoccupazione per la riforma dello sport che toglieva autonomia al Coni. Ad agosto la situazione peggiora e una richiesta di spiegazioni dal Comitato Internazionale resta senza risposta.
Ma a fine agosto cade il primo Governo Conte, con il sottosegretario allo sport Giorgetti che viene sostituito dal Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora. Lo scontro prosegue, sia pure con meno criticità, ma il Dpcm sullo sport indica le funzioni per il Ministro Spadafora, tra cui “indirizzo e vigilanza sul Coni” in violazione alla Carta Olimpica.
Alla fine, quasi in zona Cesarini viene trovato un accordo e gli atleti possono avere il loro tricolore.
Ma è dopo la storica vittoria di Jacobs sui 100 metri che Malagò si toglie qualche sassolino dalle scarpe e “invade” un terreno tutto politico, quello dello ius soli, argomento di contese infinite. “Noi vogliamo occuparci di sport e non riconoscere lo Ius Soli sportivo è qualcosa di aberrante, folle. Oggi va concretizzato: a 18 anni e un minuto chi ha quei requisiti deve avere la cittadinanza italiana” ha detto il presidente del Coni.
Sono molti, infatti, gli azzurri a Tokyo che hanno dovuto aspettare i diciotto anni per poter gareggiare ufficialmente con i colori italiani.
Ma vediamo chi sono questi ragazzi che ci hanno fatto sognare. Che si sono allenati in un contesto reso difficile come non mai per la pandemia e con un orizzonte temporale più lungo (Olimpiadi prorogate di un anno).
Hanno portato casa 38 medaglie, 10 ori e 10 argenti, 18 bronzi Ad aprire il medagliere azzurro il 24 luglio è il 34enne pugliese Luigi Samele, sconfitto in finale nella sciabola dall’ungherese Aron Szilagyi.
Ma il primo oro è per il ventenne Vito Dell’Aquila nel taekwondo maschile. Poi è tutto un crescendo che vede lo storico record di 9 e 80 per Marcel Jacobs nei 100 metri, la regina della velocità su pista in coincidenza con i 2 metri e 37 di Gianmarco Tamberi che fa storia con l’ex aequo insieme al qatariota Mutaz Essa Barshim.
Un’atletica con cinque ori azzurri a Tokyo come per l’oro nella staffetta 4×100 con il quartetto azzurro di Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu che stabilisce il nuovo primato italiano di 37″50. Un Tortu eccezionale che nell’ultima frazione batte il britannico Nethaneel Mitchell-Blake.
Senza parlare della marcia con il 29enne pugliese Massimo Stano, oro nella 20 Km come è oro nella stessa gara al femminile Antonella Palmisano. E’ la prima volta che l’Italia vince l’oro nella marcia con uomini e donne.
Nel ciclismo su pista, oro per Elia Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna che migliorano il record mondiale. Viviani è bronzo nell’Omnium di ciclismo su pista mentre la 29enne piemontese Elisa Longo Borghini è bronzo nella prova su strada in linea di ciclismo femminile.
Luigi Busà è oro nel karatè specialità kumite mentre Viviana Bottaro è bronzo del karate, specialità kata. È la prima medaglia olimpica per l’Italia in questo sport, entrato nel programma olimpico proprio a Tokyo.
Dopo l’argento di cinque anni fa a Rio, per Odette Giuffrida a Tokyo è arrivato il bronzo sempre nella categoria fino a 52 chilogrammi del judo mentre Maria Centracchio è bronzo nel judo 63 chili.
Anche sulle acque di Tokyo c’è molta Italia. Manfredi Rizza è medaglia d’argento nella canoa sprint, nel K1 200 metri. Nel canottaggio, bronzo nel quattro senza maschile con Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino. Di Costanzo ha sostituito all’ultimo minuto Bruno Rosetti risultato positivo al covid-19 prima della gara.
Un oro eccezionale per le azzurre del doppio pesi leggeri, Federica Cesarini e Valentina Rodini. Bronzo per il doppio pesi leggeri maschile di Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta.
Nel nuoto Gregorio Paltrinieri, campione olimpico dei 1500 stile a Rio 2016 ha conquistato una stupenda medaglia d’argento sugli 800 metri stile libero. Ottimo prova della staffetta mista maschile 4×100 che con Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi conquistano la medaglia di bronzo dietro agli Usa (oro e record del mondo) e Gran Bretagna. Simona Quadarella ha conquistato il bronzo sugli 800 metri stile libero. Federico Burdisso vince la medaglia di bronzo nei 200 farfalla. E poi quattro ragazzi come Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, argento nella staffetta 4×100 stile libero dietro solo al colosso Usa mentre Nicolò Martinenghi si aggiudica la medaglia di bronzo nella finale dei 100 rana.
Nella vela Ruggero Tita e Caterina Marianna Banti sono oro nella disciplina del catamarano misto foiling Nacra 17. Nella medal race è bastato un sesto posto per chiudere con la medaglia d’oro al collo. È la prima medaglia olimpica per la vela italiana, 13 anni dopo le due conquistate a Pechino 2008 e dopo 21 anni dall’ultima medaglia d’oro a Sydney di Alessandra Sensini.
Nella ginnastica Vanessa Ferrari è argento nel corpo libero. Nel sollevamento pesi Nino Pizzolato è bronzo mentre è argento Giorgia Bordignon nella categoria 64 kg donne, nuovo primato nazionale.
Mauro Nespoli ha vinto la medaglia d’argento nella finale del tiro con l’arco individuale. Nella boxe femminile Irma Testa, pugile di Torre Annunziata e bronzo, perdendo la semifinale con la campionessa del mondo 2019, Nesthy Petecio.
Lucilla Boari conquista il bronzo nel tiro con l’arco, anche questa prima medaglia della storia nell’arco femminile italiano.
Nella scherma Enrico Berrè, Luca Curatoli, l’argento individuale Luigi Samele e il capitano Aldo Montano raggiungono l’argento. L’Italia del fioretto femminile batte gli Stati Uniti nella finale per il terzo posto, conquistando il bronzo. Le fiorettiste italiane si sono imposte per 45 a 23.
Sul terzo gradino del podio Arianna Errigo, Martina Batini, Alice Volpi ed Erica Cipressa. Italia di bronzo nella spada a squadre femminile. Rossella Fiamingo, Federica Isola, Mara Navarria e Alberta Santuccio sconfiggono la Cina. Il siciliano Daniele Garozzo è argento nel fioretto maschile dopo aver perso in finale con l’avversario di Hong Kong, Cheung Ka Long.
Nel tiro Diana Bacosi ha conquistato la medaglia d’argento nella gara di skeet di Tokyo 2020. La campionessa azzurra è stata battuta 56-55 dall’americana Amber English.
L’Italia che ci ha regalato le migliori emozioni degli ultimi mesi nonostante un impossibile fuso giapponese. Sono gli atleti di Tokyo, le loro eccezionali performance con tutto quello che ci sta dietro: famiglie, infrastrutture, federazioni sportive. Sono loro che hanno rimesso il sorriso su volti afflitti dalla paura del domani. Ridato speranza a un Paese in lotta con troppe fragilità.