Oggi inizia a Pechino, il Terzo Plenum del Diciottesimo Comitato Centrale del Partito Comunista cinese. Un incontro che dovrà stabilire le linee guida per i prossimi dieci anni, indicando la strada alle riforme economiche che dovranno mutare profondamente il modello di sviluppo della Cina.

Ci sono alcuni punti da sottolineare al riguardo:
– Le riforme: economia e non politica
Spesso i fatti cinesi sono visti con la logica tutta occidentale: per questo si parla spesso di riforme in senso politico, auspicandosi cambiamenti nel sistema politico cinese. Ipotesi da scartare, guardandola dalla prospettiva cinese. Alla politica cinese – e ai cinesi, come si evince da alcuni sondaggi dei media locali, e dalla vita quotidiana in Cina – non interessa mettere in discussione l’attuale status politico del paese e nello specifico la centralità del Partito Comunista. La Cina è interessata, per quanto riguarda la sua popolazione, ad una maggiore equità, redistribuzione del reddito e mano dura contro i corrotti. Analogamente una parte della società cinese, l’imprenditoria privata in primis, spinge per un ruolo sempre più secondario dello Stato a fronte dei meccanismi di mercato.
– Quali riforme.
Innanzitutto quella della aziende di stato: monopoli nei quali si annidano corruzione e speculazioni che non portano l’economia cinese a crescere qualitativamente. Meno stato e più mercato, sembra la parola d’ordine di questo plenum. Ci sono poi all’orizzonte riforme importanti: della terra, in modo da consentire ai contadini di usufruire di una parte degli introiti delle vendite dei terreni rurali (che appartengono allo stato), la riforma del welfare, per consentire ai neo urbani di spendere di più e consentire al mercato interno di trainare l’economia nazionale. Dire welfare, significa presumibilmente mettere mano al sistema dell’hukou, il permesso di residenza, che vincola i diritti sociali al luogo di provenienza. Riforma delle pensioni, della sanità e della politica del figlio unico potrebbero essere altri ambiti nei quali agire, insieme ad una riforma del sistema del credito, per consentire più prestiti ai cittadini e meno alle aziende di stato.
– La leadership
C’è grande attesa per capire come il numero uno Xi Jinping gestirà questo Plenum. La sensazione è che Xi Jinping stia procedendo verso una gestione individuale e carismatica del Partito, dopo un decennio di “gestione collettiva”. Le campagna contro la corruzione e quelle basate sulla retorica neo maoista, gli hanno valso popolarità e alcune critiche dagli ambiti più liberali. Questo Plenum ci dirà se Xi ha rafforzato o meno la sua posizione all’interno del Partito, mentre la Reuters, oggi, lancia la novità politica del momento: gli ex alleati di Bo Xilai avrebbero fondato un Partito. Una grana in più per l’unificazione ideologica del Partito che sta tentanto Xi Jinping.
Oggi inizia a Pechino, il Terzo Plenum del Diciottesimo Comitato Centrale del Partito Comunista cinese. Un incontro che dovrà stabilire le linee guida per i prossimi dieci anni, indicando la strada alle riforme economiche che dovranno mutare profondamente il modello di sviluppo della Cina.