Il dotto Presidente tunisino non sfugge alla deriva autoritaria post primavere arabe. L’Unione europea sempre assente
Il Governo tunisino ha avviato una consultazione online per interrogare la popolazione sulla stesura di una nuova Costituzione per il Paese. Il Presidente Kais Saied, il 13 dicembre scorso, ha annunciato, in un discorso alla nazione, che entro l’estate sarà indetto un referendum per approvare una nuova Costituzione, che andrà a sostituire quella entrata in vigore nel 2014, dopo la rivoluzione che ha portato al crollo del regime dell’ex Presidente Ben Ali.
La consultazione, denominata “La tua opinione, la nostra decisione”, potrà toccare ambiti diversi: dall’economia all’istruzione, dalla salute alle istituzioni. Per le elezioni legislative bisognerà attendere invece dicembre 2022; fino ad allora, il Parlamento rimarrà sospeso.
Il 25 luglio del 2021, Kais Saied, l’ex professore di diritto costituzionale eletto Presidente della Tunisia nel 2019, sostenendo che il Paese si trovasse in una situazione di “pericolo imminente” ha destituito il Primo Ministro e sospeso l’Assemblea legislativa. A settembre ha firmato un decreto di emergenza che, di fatto, gli ha consegnato i pieni poteri, consentendogli di governare senza dover passare per il Parlamento.
Il Presidente, nel suo discorso a dicembre, non ha chiarito con quale legge si andrà a votare né se gli esponenti dei vecchi partiti potranno partecipare alle elezioni.
Intanto, nel Paese continuano le epurazioni. Nei giorni scorsi è finito agli arresti Noureddine Bhiri, vicepresidente e volto storico del partito islamista moderato Ennhadha, la formazione politica con il maggior numero di seggi nel Parlamento attualmente sospeso.
Inoltre, il 23 dicembre scorso, un tribunale tunisino ha condannato in contumacia a 4 anni di carcere l’ex Presidente Moncef Marzouki per “aggressione” alla sicurezza dello Stato. Marzouki, che attualmente vive in Francia, aveva criticato Saied ed esortato i cittadini a scendere in piazza per protestare contro quello che lui considera un golpe contro la democrazia tunisina. Secondo i sondaggi però i tunisini sono ancora dalla parte del Presidente “golpista”.
Incredibile e preoccupante evoluzione nel Paese vicino: l’unica democrazia partorita dalle primavere arabe è ormai sospesa. Continuiamo a chiedere una presa di posizione più incisiva da parte dell’Unione europea…
Giuseppe Scognamiglio
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