Riad acquisterà i droni dell’azienda turca Baykar. Ripartono le relazioni anche con gli altri Paesi del Golfo, il Presidente turco proseguirà il viaggio negli Emirati e in Qatar: una missione diplomatica e commerciale.Dopo anni di tensioni, fraintendimenti e veri e propri scontri frontali, la Turchia riprende il filo delle relazioni con i Paesi del Golfo, che dalle sfortunatamente battezzate primavere arabe e fino al periodo pandemico sono state costellate da episodi negativi e ampie diversità di vedute su vari fronti. Dalle manifestazioni in Egitto alla Libia, dall’isolamento del Qatar nel Gulf Cooperation Council all’Iran, passando per il barbaro omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul, tra la Turchia e, in particolare, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti il rapporto si è letteralmente congelato, toccando numerosi punti di non ritorno, che ora diventano quasi un ricordo lontano.
Il reset delle relazioni tra Turchia, Arabia Saudita e Emirati
Perché l’elezione di Joe Biden alla presidenza statunitense, il coronavirus e la guerra in Ucraina hanno stravolto lo scenario globale, impattando pesantemente anche a livello regionale. E con la rielezione di Recep Tayyip Erdoğan proprio nell’anno del centenario della Repubblica di Turchia, Ankara può permettersi di schiacciare il pulsante reset per ricominciare da capo, guardando a quei Paesi arabi e musulmani con i quali si ritrova in competizione a livello religioso, sfruttando il soft power dell’Islam in Asia e in Africa, allo stesso tempo avviando una nuova era di relazioni diplomatiche, economiche e commerciali.
Una missione diplomatico-commerciale
Quello di Erdoğan è un viaggio dall’alto valore aggiunto, che l’ha portato nelle scorse ore in Arabia Saudita e che proseguirà poi dagli alleati del Qatar e subito dopo negli Emirati. A Jeddah grande accoglienza per il Presidente turco, ricevuto dal Principe Mohammed bin Salman. I due Governi hanno sottoscritto una serie di accordi in ambito energetico, tecnologico, nell’area della logistica e dell’alimentare, con il più importante rappresentato dalla firma tra il Ministro della Difesa saudita Khalid bin Salman bin Abdulaziz e l’azienda turca Baykar, produttrice dei famigerati droni Bayraktar.
Il superamento della crisi
Un dato estremamente significativo, che lega i due Paesi in ambito militare, cancellando gli anni delle forti tensioni. “Acquistiamo i droni con l’intento di rafforzare la velocità di risposta delle forze armate del Regno”, ha dichiarato il Ministro della Difesa. Un superamento apparente della rivalità tra Ankara e Riad, capitali che si sono fronteggiate nel diverso appoggio alle primavere arabe, con conseguenze dirette sul Qatar — arrivando all’embargo sulla nazione da parte dei membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo superato solo con la pace di Al-Ula —; alla crisi libica, dove le forze turche hanno appoggiato la Tripolitania a differenza di sauditi, emiratini e russi che guardavano di buon occhio la Cirenaica del Generale Khalifa Haftar; alle problematiche sulla morte di Khashoggi, una macchia indelebile per MBS, accusato dagli stessi Usa di essere mandante dell’assassinio del giornalista.
Una nuova era per la Turchia
Il viaggio di Erdoğan rappresenta la prima missione dalle molteplici tappe da quando è stato rieletto alla presidenza: un chiaro messaggio rivolto a quell’area con la quale la Turchia dovrebbe intessere legami e accordi in funzione sia della storia del Paese che dei legami culturali e religiosi. Un passaggio, tuttavia, non scontato vista la panoramica di fatti avvenuta nel corso degli ultimi due decenni, ma che riprende quella volontà di profondità strategica impressa all’azione di politica estera della nazione turca proprio dal leader dell’Akp con l’allora Ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu, che puntava alla politica Zero Problems with Our Neighbors, clamorosamente fallita con l’inizio della guerra civile in Siria. Una nuova era si avvia per il rapporto tra la Turchia e i Paesi del Golfo, con Ankara sempre più cosciente del valore strategico e geopolitico che le appartiene.