L’accusa arriva da Oleksiy Danilov, Segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa di Kiev che in riferimento alla Transcarpazia aggiunge: “Pensavano di impadronirsi del nostro territorio”
L’Ungheria di Viktor Orbán a conoscenza dei piani d’invasione della Russia senza averli comunicati ai partner Nato ed europei? L’accusa di Oleksiy Danilov, Segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza dell’Ucraina, giunge dritta nello stomaco del Governo di Budapest e alza il livello dell’escalation verbale con Kiev. “L’Ungheria dichiara apertamente la sua cooperazione con la Russia. Per giunta, era stata avvertita in anticipo che la nostra nazione sarebbe stata invasa”, ha detto Danilov.
“Per qualche ragione, pensava di poter impadronirsi di parte del nostro territorio”, ha proseguito l’esponente governativo riferendosi alla Transcarpazia, regione ucraina a maggioranza ungherese. “Questo non succederà mai. Vedremo quali saranno le conseguenze per questa nazione quando la guerra finirà”, ha tuonato Danilov. Parole al vetriolo che non lasciano spazio a dubbi d’interpretazione. E che mettono Budapest in una posizione complicata.
Non si è fatta attendere la smentita del Governo Orbán. “È una fake news: il 3 aprile, gli ungheresi hanno deciso che non avrebbero inviato armi all’ucraina. Capiamo che Kiev non apprezzi la nostra decisione, ma diffondere fake news e bugie non cambierà la nostra posizione”, ha scritto su Twitter Zoltán Kovács, Segretario di Stato per le Comunicazioni e le Relazioni Internazionali. Uno scontro verbale ma anche pratico, che pone seri dubbi sull’azione congiunta europea verso l’Ucraina e l’eventuale suo ingresso nell’Ue e nella Nato. Infatti, se questa è la posizione di Budapest, non è remota la possibilità che ponga il veto sull’allargamento a Kiev.
Intanto la Commissione europea ha elaborato un piano per lo stop all’acquisto di petrolio dalla Russia, ma alcuni Stati particolarmente dipendenti da Mosca sul fronte energetico, come l’Ungheria e la Slovacchia, avranno a disposizione più tempo per eliminare del tutto i prodotti petroliferi della Federazione. Una mossa per non scontentare i Paesi membri che a lungo hanno flirtato con Vladimir Putin, e che guarda al 2023 nella speranza che le tensioni siano sopite. Anche se, a giudicare dallo stallo delle trattative per giungere al cessate-il-fuoco, ci vorrà ancora molto tempo e tanta diplomazia per la fine delle ostilità.
L’accusa arriva da Oleksiy Danilov, Segretario del Consiglio Nazionale di Sicurezza e Difesa di Kiev che in riferimento alla Transcarpazia aggiunge: “Pensavano di impadronirsi del nostro territorio”