A partire da questo numero, East ospiterà una rubrica intitolata “Miti su Bruxelles” a cura di pagellapolitica.it, il principale sito
italiano di fact-checking.
Insieme al suo spin-off europeo, factcheckeu.org, Pagella Politica si propone di verificare la veridicità delle affermazioni dei politici italiani ed europei, sfatando miti e false interpretazioni. e quale migliore occasione dell’insediamento dei nuovi vertici europei per fare chiarezza su alcuni luoghi comuni relativi alle istituzioni di Bruxelles? Eccone alcuni.
FALSO – L’80% delle leggi nazionali viene da Bruxelles
Il mito ha origine dall’ex presidente della Commissione europea, Jacques Delors (foto) che, in un discorso al Parlamento nel 1988, profetizzò che, alla fine degli anni Novanta, l’80% delle legislazioni nazionali in materia di economia, tassazione e politiche sociali, sarebbe stata di origine comunitaria.
Di bocca in bocca, una semplice previsione è stata trasformata in mito bipartisan da politici quali Jean-Marie Le Pen, Nigel Farage, Viviane Reding e Martin Schulz. In realtà, l’influenza europea sulle leggi nazionali è molto minore: uno studio comparato condotto dalla professoressa Annette Töller ha rivelato che la percentuale oscilla tra l’1-3% e il 40% circa. Il vaticinio di Delors non si è dunque ancora avverato e il dato riportato da molti politici rimane incorretto.
FALSO – Gran parte del bilancio europeo è speso per le traduzioni.
Trattandosi di un sistema che riconosce 24 lingue ufficiali, è plausibile pensare che la traduzione dei documenti e il servizio di interpretariato delle sedute rappresenti un costo considerevole. Tuttavia, non si tratta di una percentuale così elevata. Secondo alcune stime della Commissione, il costo di tutti i servizi linguistici di tutte le istituzioni Ue ammonta a meno dell’1% del bilancio annuale dell’Unione (circa 2 euro a persona all’anno). Considerando il solo Parlamento europeo, secondo un nostro calcolo basato sul bilancio dell’istituzione, i servizi di interpretariato e gli stipendi dei traduttori assorbono circa il 7%.
VERO – L’Unione europea ha alle sue dipendenze meno burocrati di quanti ne ha la contea inglese del Derbyshire.
In risposta a chi sostiene che i funzionari europei siano troppi, il vice Premier britannico Nick Clegg ha fatto notare che una qualunque contea inglese come il Derbyshire ha più dipendenti delle istituzioni dell’Unione. Il Derbyshire impiegava nel 2013 36.519 persone, più della Commissione europea (tra i 33.000 e i 34.000 dipendenti). Certo, se consideriamo anche lo staff del Parlamento e quello del Consiglio (le istituzioni cuore dell’Ue), il numero di dipendenti sale a 42.500: un numero superiore alla contea britannica ma se si considera l’ampiezza delle responsabilità europee rispetto a quelle di un ente locale, il dato si rivela impreciso ma il messaggio sostanzialmente corretto.
VERO – La secessione da un paese membro implica l’uscita dall’Unione.
Così ha detto il Premier britannico Cameron, pochi giorni prima del referendum scozzese. Gli indipendentisti hanno sostenuto durante la campagna che sarebbe stato sufficiente negoziare una modifica dei trattati per permettere alla Scozia di continuare a far parte dell’Ue. Per la Commissione europea, invece, la Scozia avrebbe dovuto seguire la normale procedura di adesione, richiedendo il voto unanime nel Consiglio da parte dei governi degli Stati membri. Pericolo scampato in questo caso, ma la questione rimane d’attualità per tutte le regioni separatiste nell’Ue. La Catalogna è avvisata.
A partire da questo numero, East ospiterà una rubrica intitolata “Miti su Bruxelles” a cura di pagellapolitica.it, il principale sito
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