Atene acquisterà tre navi da guerra. A Pittsburgh parte oggi il meeting Ue-Usa nonostante le pressioni di Parigi per il rinvio dell’incontro
Tutto in poche settimane, tutto all’insegna della velocità, ma la rappresentazione plastica di un profondo malessere esistente tra le due sponde dell’Oceano Atlantico. L’incontro di Pittsburgh tra Stati Uniti e Unione europea al Consiglio per il Commercio e la Tecnologia si aprirà proprio nella giornata odierna, nonostante le pressioni della Francia per un rinvio del meeting, in seguito a quella vissuta da Parigi come una pugnalata sulla schiena, da parte di Washington, per via della vendita di nuovi sottomarini nucleari all’Australia. Canberra ha così cancellato l’accordo per l’acquisto di sommergibili Made in France, mandando su tutte le furie il Presidente Emmanuel Macron.
Non di poco conto la scelta degli alleati europei, che in un colpo solo hanno infastidito l’Eliseo, la Commissione europea e messo a repentaglio il rapporto tra le singole realtà. Un colpo al cuore della strategia parigina — e di Bruxelles — nell’Indo-Pacifico, la riaffermazione delle problematiche profonde e già evidentemente esistenti. Se è vero che Joe Biden, a parole, ha rilanciato la relazione con l’Europa, concretamente non ha dimostrato il cambio di passo che Ursula von der Leyen auspicava rispetto al suo predecessore Donald Trump. E il ritiro dall’Afghanistan, seguìto dalla cancellazione del contratto militare francese, ha messo in discussione i prossimi passi da compiere in comune da Washington e Bruxelles.
Durante l’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il dialogo tra Ue, Stati Uniti e Australia si è fatto teso, con gli esponenti della Commissione chiari nell’esporre le criticità verificatesi negli ultimi mesi. Il rischio era la cancellazione dell’incontro odierno di Pittsburgh che, alla fine, si farà nel tentativo di riavvicinare le sponde dell’Atlantico.
Un compito che prima sembrava naturale, ma che ora risulta essere sempre più complicato: la rivoluzione in atto, col cambiamento di strategia statunitense per il contenimento della Cina nell’Indo-Pacifico sembra, realmente, aver modificato gli assetti generali delle relazioni internazionali, ancora in fase di assestamento — e chissà per quanto tempo — prima di trovare una chiara politica comune tra le varie parti. Quanto impatterà l’Aukus sulle strategie future è la domanda che ci si pone, in attesa che l’Ue valuti seriamente la possibilità di una politica di difesa e militare comune.
Intanto, a tal proposito, arriva la notizia dell’accordo della Francia con la Grecia per la vendita ad Atene di tre navi da guerra. “Le nostre nazioni fanno un passo in avanti decisivo verso l’autonomia strategica europea”, ha affermato il Primo Ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Per Macron “gli europei devono uscire dalla loro innocenza: quella con la Grecia è una partnership strategica tra due nazioni che condividono gli stessi interessi nel Mediterraneo. Quando siamo sotto pressione — ha proseguito il Presidente francese — dimostriamo che anche noi abbiamo il potere e la capacità di saperci difendere, è semplicemente una questione di farci rispettare”.
L’autonomia strategica europea è la chiave del successo. Dalla Francia, dopo quella vissuta come una umiliazione ai suoi danni da parte statunitense e australiana, viene lanciato un appello all’unità difensiva europea. Gli interessi di Parigi sono tanti, ma a ben vedere gioverebbe il comparto produttivo militare dell’intera Ue, che allo stesso tempo affermerebbe un messaggio univoco rivolto al resto del mondo: l’Europa c’è.
Tutto in poche settimane, tutto all’insegna della velocità, ma la rappresentazione plastica di un profondo malessere esistente tra le due sponde dell’Oceano Atlantico. L’incontro di Pittsburgh tra Stati Uniti e Unione europea al Consiglio per il Commercio e la Tecnologia si aprirà proprio nella giornata odierna, nonostante le pressioni della Francia per un rinvio del meeting, in seguito a quella vissuta da Parigi come una pugnalata sulla schiena, da parte di Washington, per via della vendita di nuovi sottomarini nucleari all’Australia. Canberra ha così cancellato l’accordo per l’acquisto di sommergibili Made in France, mandando su tutte le furie il Presidente Emmanuel Macron.
Non di poco conto la scelta degli alleati europei, che in un colpo solo hanno infastidito l’Eliseo, la Commissione europea e messo a repentaglio il rapporto tra le singole realtà. Un colpo al cuore della strategia parigina — e di Bruxelles — nell’Indo-Pacifico, la riaffermazione delle problematiche profonde e già evidentemente esistenti. Se è vero che Joe Biden, a parole, ha rilanciato la relazione con l’Europa, concretamente non ha dimostrato il cambio di passo che Ursula von der Leyen auspicava rispetto al suo predecessore Donald Trump. E il ritiro dall’Afghanistan, seguìto dalla cancellazione del contratto militare francese, ha messo in discussione i prossimi passi da compiere in comune da Washington e Bruxelles.