Critiche dall’opposizione, Johnson difende la scelta: a rischio il normale flusso di consegna dei prodotti
Con la Brexit, il Regno Unito avrebbe dovuto riprendere in mano la propria sovranità economica e legislativa ma, a quanto pare, Londra è ancora letteralmente in alto mare rispetto alla gestione delle dogane. Specie per i beni in arrivo dall’Unione europea. Se Bruxelles ha già implementato le misure di controllo sui prodotti Made in UK, lo stesso non si può dire per quanto riguarda ciò che accade sull’isola di Sua Maestà, dove, al contrario, i controlli — che sarebbero già dovuti entrare in vigore — sono stati posticipati al 2022 o, nella peggiore delle ipotesi, a data da destinarsi. Un chiaro, evidente vantaggio per i fornitori europei, che possono far arrivare i loro beni senza particolari problemi burocratici.
Il perché del rinvio
Ad annunciare lo slittamento dei controlli, lo stesso Ministro per la Brexit, Lord David Frost, che ha dichiarato: “Vogliamo che le imprese si focalizzino sulla loro ripresa dalla pandemia piuttosto che dover gestire le questioni riguardo la nuova normativa al confine”. Il lasso di tempo dichiarato, con partenza prevista dei controlli a luglio 2022, è stato definito “pragmatico” da Frost, visto che il rischio reale era un forte impatto sulla catena di consegne di prodotti essenziali, ovvero quelli agricoli e cibarie in genere. Il Ministro ha riposto i problemi sulla pandemia, ma l’opposizione attacca il Governo.
I laburisti criticano l’incapacità di Downing Street nel risolvere i problemi alla supply chain causati da Brexit, non dalla pandemia. “Questo annuncio dimostra quanto tutti sapevamo da mesi: il Governo non ha una risposta adeguata, capace di funzionare, ai ritardi per i controlli al confine”, ha commentato la Baronessa Jenny Chapman del Cabinet Office del Governo ombra.
Alcuni responsabili europei sospettano che il Regno Unito non sia del tutto pronto a implementare le misure concordate, nonostante il Ministro della Brexit abbia affermato di essere “nei tempi” per l’adeguamento normativo. Eppure, come ha commentato in forma anonima al Financial Times un diplomatico Ue, “è ironico quanto sta avvenendo. Hanno parlato di riprendere il controllo, ma lasciano entrare i prodotti in Uk senza neanche un controllo. Per noi va bene”.
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