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L’arte dell’imperfezione. Urs Fischer in mostra alla Fondazione Vincent Van Gogh di Arles


Il 20 febbraio 1888 Vincent Van Gogh approdò ad Arles per la prima volta, e nello spazio di un anno – fino al 3 maggio 1889 – la luce, i paesaggi, i colori che lo circondarono vennero assorbiti dalle sue tele, dai suoi disegni, dalle pennellate. Il paesaggio provenzale con le sue luci violente e gli ulivi così mobili e deformi, il suo sole ed i suoi cipressi acuminati, ispirò i capolavori di Van Gogh, accogliendo il pittore nel culmine del suo squilibrio psichico.

Urs Fischer, “Melodrama”, 2013. Maja  Hoffmann / LUMA Foundation. Courtesy of the artist and Sadie Coles HQ,  London. Photo credit: Mats Nordman

Il 20 febbraio 1888 Vincent Van Gogh approdò ad Arles per la prima volta, e nello spazio di un anno – fino al 3 maggio 1889 – la luce, i paesaggi, i colori che lo circondarono vennero assorbiti dalle sue tele, dai suoi disegni, dalle pennellate. Il paesaggio provenzale con le sue luci violente e gli ulivi così mobili e deformi, il suo sole ed i suoi cipressi acuminati, ispirò i capolavori di Van Gogh, accogliendo il pittore nel culmine del suo squilibrio psichico.

In questi luoghi oggi sorge uno spazio destinato ad accogliere gli artisti il cui lavoro fa in qualche modo riferimento alle opere di Van Gogh ed al suo periodo ad Arles. Infatti, nel 1983 Yolande Clergue fondò l’Associazione che quasi vent’anni dopo diede i natali alla Fondazione, situata presso l’Hôtel Léautaud de Donines, centro nevralgico di scambi artistici e contributi internazionali, come nel caso della mostra di Urs Fischer appena conclusasi con gran successo di pubblico.

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