L’app più scaricata al mondo rappresenta lo scontro sistemico tra Usa e Cina per chi sarà la potenza dominante del XXI secolo, mostrando uno dei campi principali su cui si gioca la partita: la tecnologia e i social network
Venerdì 27 Gennaio 2023, la Commissione per gli Affari Esteri della Camera degli Stati Uniti ha confermato di avere in programma per il mese prossimo il voto su una proposta di legge che mira a bloccare l’uso nel Paese di TikTok, la popolare applicazione social cinese. La misura è stata pianificata dal presidente della commissione, il repubblicano Michael McCaul, e mira ad equipaggiare la Casa Bianca con gli strumenti legali per vietare TikTok, in quanto minaccia alla sicurezza Usa. “La preoccupazione è che questa applicazione offra al governo cinese una porta di servizio per entrare nei nostri telefoni”, ha dichiarato McCaul a Bloomberg.
TikTok – che oggi conta più di 100 milioni di utenti negli Usa – è al centro del dibattito politico statunitense da diversi anni: nel 2020, l’allora presidente Donald Trump tentò di bloccare il download di TikTok da parte di nuovi utenti e di vietare una serie di transazioni che avrebbero di fatto bloccato l’uso dell’app negli Stati Uniti, ma perse una serie di battaglie giudiziarie su questa misura. Nel giugno 2021 l’amministrazione Biden aveva formalmente abbandonato questo tentativo; a dicembre 2022, però, il senatore repubblicano Marco Rubio ha presentato una legge bipartisan per vietare TikTok, nonché tutte le attività collegate a società di social media sotto l’influenza di Cina e Russia. Sempre a dicembre, Biden ha firmato una legge che ha vietato l’utilizzo di TikTok ai dipendenti federali sui dispositivi di proprietà del governo.
Fino al decennio scorso la Cina era vista come la fabbrica del mondo per oggetti di facile lavorazione e bassa qualità. Oggi, invece, Pechino è una superpotenza tecnologica che fa concorrenza agli Stati Uniti. TikTok rappresenta molto bene questo nuovo scenario: per la prima volta, l’app più scaricata scaricata al mondo – sia nel 2021 che nel 2022 – non è di un’azienda americana, bensì dell’azienda tech cinese ByteDance. Il primato nel settore tecnologico è un elemento cruciale per imporsi nella competizione economica e geopolitica. La leadership statunitense in questo settore lo ha dimostrato, permettendo al Paese di dettare gli standard tecnologici internazionali e, dunque, di guidare la produzione e la domanda nel settore da cui passa l’innovazione. Nel caso dei social network, i più utilizzati sono sempre stati sotto il controllo dell’azienda statunitense Meta, che ha potuto così guidare l’approccio del mondo ad uno degli strumenti più importanti del secolo. Per gli Stati Uniti, perdere il monopolio sulle app social utilizzate dagli americani – e dal resto del mondo – pone un duplice rischio: il primo è legato al controllo dei dati, il secondo al soft power.
Clive Humby, data scientist e matematico inglese, nel 2006 coniò uno slogan, rivelatosi col tempo sempre più vero: “I dati sono il nuovo petrolio”. E se i dati sono il petrolio, i social network sono dei grandi giacimenti. Mentre gli utenti fruiscono dei contenuti sui social, essi producono una quantità smisurata di dati; avere accesso ai dati delle persone ha un valore inestimabile, sia economico che politico. La grande paura di molti politici statunitensi – sostenitori della messa al bando TikTok – è che l’app sia utilizzata dal Partito Comunista Cinese (PCC), come uno strumento di intelligence. Non è una rivelazione che le piattaforme social raccolgono i nostri dati, ciò che rende diverso il caso di TikTok è la fragile indipendenza delle aziende cinesi dal PCC e, di conseguenza, la concreta possibilità che i dati degli utenti americani possano essere facilmente accessibili dalle autorità cinesi. A fine dicembre 2022, Forbes ha rivelato che l’app di ByteDance avrebbe messo sotto sorveglianza alcuni suoi giornalisti. L’esplicita competizione tra gli Stati Uniti e la Cina rende il possesso dei dati americani da parte di quest’ultima un problema di sicurezza nazionale sempre più rilevante agli occhi sia dello schieramento Repubblicano che quello Democratico, creando uno dei pochi punti di incontro tra le due fazioni.
Il problema di TikTok, però, non riguarda solo i dati, ma anche la sua capacità di manipolare le opinioni degli utenti, controllandone i contenuti. Il dominio di un Paese non passa mai solo dall’uso della forza. Dove non arriva l’hard power, può arrivare il soft power: Un apparato militare forte è una condizione necessaria per dominare il panorama internazionale, ma affinché questo dominio si consolidi e rimanga in piedi serve una strategia più persuasiva, che faccia leva sulla cultura, sugli usi e costumi delle persone. Influenzare i trend di moda, i contenuti cinematografici, la musica e tutto ciò che dà forma al tempo libero delle persone, è un elemento chiave del potere. Oggi siamo nell’era dei social network, è qui che i giovani passano la gran parte del loro tempo, più di quanto facciano davanti alla televisione o ascoltando la radio; per questo, chi controlla i contenuti nei social e gli algoritmi che gestiscono la loro diffusione ha uno strumento estremamente potente per estendere il suo soft power. La Cina, soprattutto in Occidente, deve affrontare un’opinione pubblica molto ostile. Agli occhi del partito, TikTok può giocare un ruolo fondamentale per indirizzare la narrativa sul Paese e favorirne l’ascesa, nonché la ridefinizione degli equilibri geopolitici.
L’azienda cinese sta attualmente negoziando un contratto di sicurezza nazionale con il Comitato sugli Investimenti Esteri degli Stati Uniti, che regolerà il modo in cui l’app di social media gestisce i dati personali degli utenti americani. L’azienda ha anche cercato di risolvere le preoccupazioni mettendosi a lavoro per trasferire alcune informazioni degli utenti statunitensi nel territorio degli Usa. A prescindere dalle azioni dell’azienda tech cinese, con la crescita dell’influenza di TikTok e il l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina, è probabile che le preoccupazioni per i dati e la privacy continuino solo ad aumentare.
Venerdì 27 Gennaio 2023, la Commissione per gli Affari Esteri della Camera degli Stati Uniti ha confermato di avere in programma per il mese prossimo il voto su una proposta di legge che mira a bloccare l’uso nel Paese di TikTok, la popolare applicazione social cinese. La misura è stata pianificata dal presidente della commissione, il repubblicano Michael McCaul, e mira ad equipaggiare la Casa Bianca con gli strumenti legali per vietare TikTok, in quanto minaccia alla sicurezza Usa. “La preoccupazione è che questa applicazione offra al governo cinese una porta di servizio per entrare nei nostri telefoni”, ha dichiarato McCaul a Bloomberg.
TikTok – che oggi conta più di 100 milioni di utenti negli Usa – è al centro del dibattito politico statunitense da diversi anni: nel 2020, l’allora presidente Donald Trump tentò di bloccare il download di TikTok da parte di nuovi utenti e di vietare una serie di transazioni che avrebbero di fatto bloccato l’uso dell’app negli Stati Uniti, ma perse una serie di battaglie giudiziarie su questa misura. Nel giugno 2021 l’amministrazione Biden aveva formalmente abbandonato questo tentativo; a dicembre 2022, però, il senatore repubblicano Marco Rubio ha presentato una legge bipartisan per vietare TikTok, nonché tutte le attività collegate a società di social media sotto l’influenza di Cina e Russia. Sempre a dicembre, Biden ha firmato una legge che ha vietato l’utilizzo di TikTok ai dipendenti federali sui dispositivi di proprietà del governo.